Nelle ultime settimane si è alzato un polverone proposito della decisione, confermata da poco, di intitolare la scuola che è stata frequentata dal boss Matteo Messina Denaro, arrestato dopo anni di latitanza lo scorso gennaio, la Ruggero Settimo di Castelvetrano, in provincia di Trapani, a Giuseppe Di Matteo, ragazzino vittima proprio della mafia.
Sembra che all’inizio l’idea fosse stata osteggiata da alcuni docenti e genitori. La dirigente scolastica ha però in seguito smentito. A comunicare la decisione, presa lo scorso 14 marzo all’unanimità dal consiglio di istituto, come riporta Open, è stata Maria Guzzo, segretaria del collegio dei docenti.
Ora che la proposta è stata approvata dal collegio dei docenti, l’ok definitivo all’intitolazione dovrà passare anche dal Comune, dall’ufficio scolastico e dalla prefettura.
Nella serata di ieri, 15 marzo, come riporta Il Giornale Di Sicilia, qualche decina di insegnanti, le autorità cittadine, il vescovo, il sindaco, il presidente dell’Anm Marsalese, i giornalisti e pochissimi genitori erano presenti nella sala del Collegio dei Minimi di Castelvetrano in cui si è tenuta l’assemblea cittadina per discutere della proposta.
Nella tarda mattinata di oggi è stato reso noto da alcuni giornali locali, come Livesicilia.it, che i carabinieri hanno perquisito alcuni ambienti del plesso ‘Catullo’ dell’istituto Capuana-Pardo di Castelvetrano, dove insegna Laura Bonafede. I militari dell’arma hanno effettuato una perquisizione anche a casa dell’insegnante.
Durante la riunione un inviato della trasmissione tv di La7 Non è l’Arena ha chiesto quali misure verranno prese nei confronti della maestra Laura Bonafede, figlia del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede e madre di Martina Gentile, citata in un pizzino di Messina Denaro per le parole spese nei confronti nel nonno in un necrologio. La Bonafede, lo dimostrerebbero alcune immagini di una telecamera di videosorveglianza in un supermercato, avrebbe incontrato il boss nel periodo di latitanza.
Alcuni partecipanti all’assemblea hanno fatto notare al giornalista l’inopportunità della sede scelta per la domanda. Al termine della discussione il dirigente dell’ufficio scolastico regionale Giuseppe Pierro ha preso la parola, rassicurando che accerterà che nella scuola in cui la Bonafede insegna vengano svolti progetti di legalità e che la maestra vi prenda parte.
La Bonafede ha anche inviato una lettera alla trasmissione di La7, letta ieri sera in diretta dal conduttore Massimo Giletti, in cui si è rivolta alla scuola in cui insegna: “Cara preside, sono dispiaciuta che questa squallida gogna mediatica sia coinvolta la scuola. Ho sempre dedicato la mia vita all’insegnamento e all’educazione dei ragazzi, lo stesso ho fatto con quella dei miei figli. Non sono mai stata coinvolta in nessuna vicenda giudiziaria. Ma non ho mai messo in discussione l’affetto con i miei familiari. Tutto il resto è speculazione, che non accetta la mia decisione di non parlare”, queste le sue parole.
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