Matteo Renzi ha messo in rete un video in cui parla delle esigenze del paese; ha indicato tre direttive: economica, sanitaria, educativa. In merito alla terza ha affermato: “La didattica a distanza non è la soluzione. I banchi a rotelle sono una presa in giro“.
A Jaques de la Palisse appartiene la prima proposizione dell’enunciato.
La concezione di scuola che Renzi professa illumina la seconda parte: la gestione dei comuni è il suo riferimento.
Modello che sostanzia “La buona scuola”.
Modello non idoneo a rappresentare il lavoro dei docenti. I percorsi educativi scolastici mirano a potenziare le qualità intellettive e operative dei giovani: nella scuola tutti gli insegnamenti, coordinati, concorrono al successo formativo. Un traguardo unificante.
Ben diversa appare la struttura organizzativa dei comuni: i mandati conferiti ai diversi assessorati non sono sovrapponibili.
L’orientamento renziano risalta nella titolazione della legge 107/2015; è stata soppressa la precedente finalità educativa, sostituita dall’aggettivo nazionale: la trasmissione del conosciuto l’ha offuscata.
E’ strabiliante che, a distanza di un quinquennio, nonostante le segnalazioni dei madornali errori che ha commesso, continui a battere la stessa pista.
La carenza di fondo dell’azione del suo governo in campo scolastico è l’assenza della necessaria visione sistemica.
Una carenza evidente. Lo dimostrano i ripetuti abbagli che viziano le mete formative elencate nel comma 7 della legge 107/2015.
Si trascrivono, per comprovare l’addebito, i comportamenti che le scuole dovrebbero accertare alla fine del percorso scolastico [“Obiettivi formativi prioritari”]: apertura pomeridiana della scuola, riduzione degli studenti per classe; individuazione di percorsi funzionali alla premialità; prevenzione e contrasto della dispersione scolastica … .
Si può quindi affermare che se si rimane ancorati al passato e alla sua staticità non si possono cogliere le potenzialità dei banchi a rotelle. Questi appartengono a una scuola dinamica, collaborativa, problematica e aperta al cambiamento, il cui cardine sono le capacità e le abilità dei giovani.
Enrico Maranzana
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