Didattica

Matteo Saudino: “la filosofia è un atto di ribellione”. Ma non doveva essere inserita nei Tecnici e Professionali?

La filosofia è un’attività libera perché non è al servizio di niente, è gratuita ricerca del sapere per la bellezza del sapere stesso…. Fare filosofia insegna a ragionare in modo corretto, permette di comprendere meglio la realtà e a orientarsi nella complessità…. Serve ad accrescere lo spirito critico e l’arte del dubbio e dunque è un ottimo strumento per liberarsi dalle fake news e dai tanti inganni di ogni potere. Sono solo alcuni dei poteri benefici della filosofia che Matteo Saudino elenca nell’ultimo numero di Robinson, il supplemento domenicale del quotidiano La Repubblica.

Il professore torinese, popolarissimo sul web grazie al suo progetto BarbaSophia – un canale Youtube di divulgazione filosofica – sarà ospite della dodicesima edizione della Rassegna letteraria “Sentieri e Pensieri”, dal 17 al 25 agosto a Santa Maria Maggiore, comune piemontese di un migliaio di abitanti tra il Canton Ticino e il lago Maggiore.

Fare filosofia – conclude così Saudino la sua intervista a Robinson – è un atto di ribellione contro la mediocrità del sopravvivere.

Ma allora vediamo un po’ quanto è diffuso nel nostro ordinamento scolastico questo “atto di ribellione”. In Italia la Filosofia è studiata ne triennio del Liceo Classico, Scientifico, Artistico, Linguistico, delle Scienze Umane, Musicale e Coreutico. Nessuna traccia in tutto il resto degli indirizzi, né nei Tecnici, men che meno nei Professionali.

Perché mai? È forse una disciplina che si ritiene utile solo per chi abbia scelto di frequentare un Liceo? Tutti gli altri non ne hanno bisogno? Il dibattito, in realtà, è aperto da tempo: molti ricorderanno che già verso la fine del 2021, l’allora Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi aveva annunciato l’ingresso della Filosofia negli Istituti Tecnici entro la fine dell’anno successivo. Ma non poteva prevedere che alla fine dell’anno successivo ci sarebbe stato il nuovo governo Meloni e la fine del suo mandato. E tuttavia la sua proposta non mancò di sollevare un vespaio nell’ambiente dei filosofi italiani: Il Fatto Quotidiano, in quei giorni di ottobre 2023, pubblicò un articolo con gli interventi di Galimberti, che pensava un gran bene di quell’ipotesi di riforma, e di Cacciari che la bocciava in toto. Con, nel mezzo, le perplessità sollevate da Ilaria Rodella, ideatrice dei “Ludosofici”, laboratori di filosofia per bambini. La filosofia, in un istituto tecnico – sosteneva Rodella – non deve diventare una nuova disciplina ma accompagnare tutte le altre materie. D’altro canto la matematica, la fisica nascono da essa. Bisogna lavorare sulla domanda, partire dalle dimostrazioni e arrivare a dare delle spiegazioni. Servirà formare i docenti”.

Insomma, l’unica cosa più vicina alla filosofia per tutti nella scuola italiana sembra essere, a oggi,  la proposta didattica intrapresa di recente da INDIRE, contenuta nel percorso PATHS (a Philosophical Approach to THinking Skills), un progetto – si legge sul sito INDIRE –  che si inserisce nella riflessione sulle potenzialità formative della filosofia  nei diversi segmenti dell’istruzione, come campo dell’istruzione per gli adulti, nell’ottica del life long learning. Il progetto tiene conto degli studi teorici e delle sperimentazioni didattiche elaborate in Italia negli ultimi trenta anni e si arricchisce del confronto con docenti ed esperti su metodologie, pratiche e modalità di coinvolgimento degli studenti. In particolare, il progetto intende sviluppare alcune delle proposte avanzate negli Orientamenti come la didattica per competenze, la didattica integrata e il lessico filosofico a costruzione cooperativa.

Chi volesse saperne di più sul progetto PATHS potrà consultare il sito dedicato https://formazione.indire.it/paths/

Gabriele Ferrante

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