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Mattia, nato nel 2000, diplomato record con futuro alla Bocconi [INTERVISTA]

100 alla maturità in anticipo e un approdo alla Bocconi per Mattia Abrami, studente nato nel 2000, frequentante l’Istituto Tecnico Commerciale “Abba-Ballini” di Brescia.

Una bella storia che vogliamo raccontare ai nostri lettori.

Mattia è riuscito a diplomarsi con un anno d’anticipo e alla Tecnica della Scuola racconta il segreto del suo successo: “Penso che il segreto del mio successo sia crederci sempre. Non devo escludere che in quest’ultimo anno non mi sia trovato spesso in difficoltà, però le situazioni difficili mi sono state di stimolo per migliorare, imparare nuove cose dagli errori e non arrendermi”.

“Non avrei mai pensato di uscire con 100 e lode dalla Maturità a 17 anni un anno prima e di essere ammesso alla Bocconi a soli 16 anni (fine della terza), studiando per il test di ammissione in soli 15 giorni la matematica dell’anno dopo, però ci ho creduto fino alla fine”, ha aggiunto Mattia.

Gli ostacoli? “Sembravano tanti, ma con lo studio e l’impegno sono riuscito a superarli tutti al meglio. Spero che questo mio piccolo ma folle successo possa essere l’esempio di come nulla, se ci si mette cuore, passione, impegno, è impossibile”.

Cosa ti ha aiutato in questa impresa? “Penso mi abbia molto aiutato il mio metodo di studio. Nel corso di questi 4 anni ho imparato che il segreto per studiare al meglio è quello di capire l’essenza delle cose scritte sul libro e di rielaborarle con le proprie parole e le proprie conoscenze personali. Lo studio mnemonico lo bisogna lasciare solo a formule di matematica, o quantomeno a cose da ricordare come nomi e date in storia e letteratura. Solo in questo modo sono riuscito a studiare tante cose in poco tempo, apprendendo il massimo che riuscivo e moltiplicando sempre di più il mio bagaglio di conoscenze culturali. Infine penso che un altro segreto sia stata la mia scelta di propormi da uditore per le lezioni di quarta e di quinta. Ho ragionato nel seguente modo: ma se a scuola ci sono 5 ore e io devo studiare due programmi, sapendo che spesso si perde del tempo in pause, interrogazioni e verifiche di insufficienti, spiegazioni agli assenti, non sarebbe meglio spostarsi laddove la lezione è più difficile in modo tale da perdere meno tempo la mattina e studiare il pomeriggio le cose che riesco ad apprendere da solo? In questo caso è stato un rischio, perché mi sono preso la responsabilità di studiare tante cose da solo, ma alla fine ho ottenuto comunque buoni risultati ed una media altissima al quarto anno (9,73!). Mi è piaciuto molto il fatto di spostarmi da una parte all’altra. Ironicamente posso dire che la mia fortuna sia stata anche il fatto che le due classi fossero sullo stesso piano: mi spostavo, infatti, ogni ora o a volte, addirittura, mezz’ora per informarmi su cosa si stesse facendo e farmi dare i compiti assegnati”.

Come definisci il tuo rapporto con i professori?

“E’ stato ottimo perché mi hanno sempre apprezzato per quello che ho fatto. Per quanto concerne il saltare la quinta, non devo escludere che molti fossero scettici riguardo questa scelta per i più vari motivi, ma alla fine hanno deciso di fare il possibile per aiutarmi perché sanno quanto ci tenessi a fare tutto ciò. Se ce l’ho fatta così bene, devo senza dubbio ringraziarli per il sostegno quotidiano che mi hanno dato, sia quelli della 4G che quelli della 5E. Grazie al loro aiuto, e al consenso della Preside, ho avuto la possibilità di scegliere le lezioni di quarta o di quinta che volevo seguire quotidianamente (queste ultime da uditore), pur dovendo onorare tutti gli impegni del quarto anno (verifiche, interrogazioni…) negli stessi giorni di tutti gli altri compagni. Hanno, inoltre, apprezzato molto quello che ho fatto persino i professori esterni della commissione”.

E quello con i tuoi compagni?

“Anche questo è sempre stato buono. Io, infatti, sono sempre disponibile ad aiutare chi è in difficoltà. Ho trovato grande sostegno sia dai compagni di quarta che di quinta. Quelli di quinta mi hanno ben accettato durante le ore nella loro classe, sempre più frequenti, fino a considerarmi, dato il fatto che facevo verifiche, simulazioni e interrogazioni con loro, pur non essendo valutate, praticamente un membro della classe. Tant’è che ho anche fatto la foto di fine anno con loro. Con alcuni mi sono addirittura incontrato il pomeriggio/parlato per telefono per aiutarli prima delle verifiche più temute, come quelle di economia aziendale (materia di indirizzo). Si fidavano di me nonostante fossi il più piccolo perché avevano visto fin da subito che ottenevo buoni risultati e riuscivo a reggere lo sforzo di studiare due programmi insieme”.

Qual è la tua materia preferita

“Diciamo che non ho una materia preferita  perché mi piace studiare un po’ tutte le discipline. Se proprio devo fare una scelta opto per economia politica, una disciplina che mi ha permesso di capire le teorie dei grandi economisti (Keynes, Ricardo…) riguardo il funzionamento dei mercati. Queste conoscenze, non a caso, mi sono state di spunto per la mia tesina (il Bitcoin, in modo tale da mettere in evidenza di come tale criptovaluta possa costituire un potenziale rischio di fallimenti di mercato) e per il mio tema di maturità (ho scelto, infatti, la traccia socio-economica, concentrandomi sull’importanza della creatività per le imprese e gli stati, facendo diversi accenni a fasi della storia economica)”.

Quante ore dedichi allo studio?

“Ovviamente uno sforzo tale ha richiesto diverse ore di studio. Non so quantificare esattamente, però penso che mediamente siano 5 ore tutti i giorni. I giorni più complicati erano quelli in cui dovevo prepararmi sia verifiche in quarta che in quinta. Non posso escludere, però, che il periodo più difficile sia stato metà maggio (dal 20 in poi), quando i miei compagni di quarta sono andati in alternanza-scuola lavoro e ho dovuto concludere l’intero programma di quinta. In questo caso non escludo di aver fatto qualche notte insonne, ma sempre con la voglia di esprimermi al meglio”.

Non esisteranno, però, solo i libri…

“In realtà non ho avuto molto tempo libero quest’anno. In linea generale mi piace il calcio, sia giocare che guardare le partite. Sono, infatti, un tifoso del Milan e non escludo che in futuro mi piacerebbe trovare un lavoro manageriale o relativo comunque all’economia in un team calcistico, magari la mia squadra del cuore”.

Andrea Carlino

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