Nell’ultimo numero della nostra rivista quindicinale, il bravo Davide Ceccon in quarta di copertina immagina la scena dell’orale di lingua italiana degli esami di stato. Tra una commissione indispettita spunta anche un Dante Alighieri che fissa con sguardo pensieroso un giovane maturando, un tantino – almeno così sembra – in difficoltà.
E chissà che cosa avrebbe detto il Padre della lingua italiana se si fosse trovato a correggere i temi dell’esame di maturità 2009. Vai a vedere in quale girone infernale il nostro Dante avrebbe collocato gli studenti (e forse pure i loro insegnanti… ) !
Un Rapporto dell’Invalsi, redatto in collaborazione con l’Accademia della Crusca e reso pubblico oggi, lamenta “la scarsa padronanza dell’uso scritto della lingua italiana nei ragazzi al termine della scuola superiore”.
La constatazione (amara!) si basa nel lavoro di analisi promosso dall’Invalsi su un campione di 545 elaborati delle maturità dello scorso anno e che ha tenuto conto di tre tipologie di percorsi di studi superiori: licei, tecnici e professionali.
Quattro le competenze sulle quali sono stati chiamati a valutare gli esperti dell’Accademia della Crusca nel rileggere gli elaborati: competenza testuale, competenza grammaticale, competenza lessicale-semantica e competenza ideativa.
Ogni correttore ha avuto in consegna una cinquantina di temi da giudicare, e per ognuno di essi una scheda di valutazione da compilare. Lo stesso elaborato è stato affidato a due correttori i quali hanno agito in maniera del tutto autonoma ed indipendente tra di loro.
I risultati pubblicati nel Rapporto di oggi non stati dei migliori. Anzi, tutt’altro: la valutazione data dagli Accademici della Crusca è risultata insufficienti per la maggioranza degli elaborati.
E’ insufficiente il 58% delle prove per la competenza testuale, il 54,1% delle prove per la competenza grammaticale, il 63,2% delle prove per la competenza lessicale-semantica, il 58,9% delle prove per la competenza ideativa.
Non vengono salvati neanche i licei. Infatti, anche se migliore rispetto agli istituti tecnici e professionali, la padronanza della lingua italiana nei licei rimane sempre molto bassa, se non addirittura bassissima, a livelli davvero minimi. Degli elaborati giunti dai licei, risulta insufficiente ben il 33,8%.
Risultati altamente allarmanti, se si considera poi il divario, quasi abissale, tra le valutazione di oggi dell’Accademia della Crusca e le valutazioni di un anno fa delle commissioni esaminatrici: gli stessi elaborati insufficienti per gli esperti italianisti erano stati considerati per la gran parte positivi (solo il 12,6% di essi aveva avuto anche allora una valutazione negativa).
Ecco il commento che si legge nel Rapporto: “nel giudizio dei correttori, dopo almeno 13 anni di scuola, la gran parte degli allievi frequentanti gli istituti tecnici, che pure sotto altri profili si dimostrano buone scuole, non raggiunge un livello sufficiente di padronanza della lingua italiana”.
Unanime quindi è l’invito degli esperti sul “recuperare lo studio della grammatica che spesso si esaurisce nella scuola media”.
E intanto il caro Dante avrà iniziato a fare gli scongiuri per la salvezza ed il futuro della lingua italiana. Speriamo basteranno!