“Siamo proprio sicuri che gli studenti, con le poche ore di storia previste dall’ordinamento scolastico siano veramente in grado di affrontare in modo non superficiale temi così complessi?”. A porsi il dubbio è lo storico Emilio Gentile, accademico dei Lincei, appassionato autore di tanti libri sul periodo del fascismo: interpellato dall’Ansa sulla decisione del Miur di dare un taglio decisamente storico alle tracce della prima prova della maturità 2018, l’accademico ha detto che puntare sui Finzi Contini e leggi razziali, passando per la cooperazione internazionale sino agli approfondimenti su Alcide De Gasperi e Aldo Moro, risultano “scelte eccellenti”.
Gentile, tuttavia, diventa dubbioso quando gli si chiede se gli studenti abbiano effettivamente svolto delle prove storiche brillanti: le ore passate ogni anno sulla disciplina – in media un paio l’anno – son davvero poche, mentre c’è la necessità di dare “più tempo alla storia”.
Per l’universitario, inoltre, difficilmente si arriva con il programma a certi argomenti, così vicini a noi, di storia contemporanea: “non sono così aggiornato”, premette da professore emerito all’università di Roma, “ma almeno fino a ieri era difficile che i docenti di storia del liceo riuscissero a raggiungere lo studio di anni così recenti e che avessero lo spazio per affrontare temi così complessi”.
Gli stessi De Gasperi e Moro “sono due personalità politiche estremamente complesse e molto diverse tra di loro – continua Gentile -: un confronto tra le due figure rischia facilmente di essere superficiale; quanti dei nostri maturandi sanno per esempio che De Gasperi è stato un deputato dell’impero Austro-Ungarico e che allo scoppio della prima guerra mondiale era schierato con gli austriaci? E quanti sanno che Moro, viceversa, si è formato nel regime fascista?”.
“De Gasperi ha governato dal ’47 fino alla morte, Moro non ha mai governato con la stessa continuità, si tratta insomma di due personalità molto diverse tra loro e non facili”.
Ecco perché Gentile si dice “molto perplesso” e che occorre assolutamente dare molto “più spazio allo studio della storia, altrimenti non ha senso che si propongano scelte eccellenti che per gli studenti possono essere difficili da capire, spiegare e raccontare. E diamo più tempo alla storia se vogliamo che gli studenti possano ragionare storicamente anche sul tempo attuale”, conclude il docente universitario.
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