Nella giornata del 4 ottobre, il Ministero dell’Istruzione ha reso nota la circolare con le indicazioni sull’esame di stato 2019. Le novità, in attesa di essere testate a giugno, non sorprendono molto, date alcune anticipazioni negli scorsi mesi. Invece, a quanto pare, gli alunni, avrebbero gradito complessivamente il nuovo sistema di esami di Stato.
Le uniche grandi novità riguardano, come sappiamo, l’eliminazione dei test Invalsi e dell’alternanza scuola lavoro come requisito d’accesso all’esame finale.
Una rilevazione di Skuola.net ha sondato gli umori degli studenti a tal proposito. Nel complesso, è emerso il pollice in su per il 34%, mentre l’11%, al contrario, dice che è peggio questa maturità. Per il 22% sono ugualmente difficili.
Quello che piace di più agli alunni è la riduzione delle prove scritte (con l’addio alla terza prova). Oltre 2 maturandi su 3 hanno apprezzato tale scelta, soprattutto perché con la nuova articolazione degli scritti potranno dedicare più ore della loro preparazione alla seconda prova, quella d’indirizzo, la più ostica.
Solamente il 14% avrebbe invece preferito cimentarsi con il terzo scritto, immaginando che gli avrebbe alzato il punteggio.
Accolto con entusiasmo anche la modifica alla prima prova, ovvero la doppia chance per il tema di ordine generale (quello comunemente chiamato d’attualità): un’ottima boa a cui aggrapparsi nel caso in cui le tracce più specifiche inneschino il ‘blocco dello scrittore’. Su questo parere si sono espressi positivamente il 61%, mentre il 23% avrebbe volentieri barattato le due tracce d’attualità con il mantenimento delle quattro tracce di saggio breve. Che invece si riducono a tre (con alcuni cambiamenti nella struttura). Il 68% dei ragazzi, infatti, ha votato a favore della vecchia tipologia B, con i quattro ambiti diversi.
Anche il doppio autore viene salutato positivamente dagli studenti, (il 72%), basta però che non siano degli ‘sconosciuti’: 6 su 10 tra i favorevoli mettono proprio questa nota a margine.
Non mancherà a nessuno invece il tema storico, da sempre il tema meno scelto, anche se il 37% degli intervistati l’avrebbe voluta anche alla maturità 2019.
Confermati invece i punteggi:20 crediti per ogni prova dell’esame (due scritti più il colloquio orale) e ben 40 punti attribuiti al curriculum scolastico dello studente, basato sui voti dell’ultimo triennio delle superiori. Un fatto che non preoccupa più di tanto i maturandi: il 46% dice che si presenterà con una media voti di tutto rispetto. Ma una buona fetta (40%) è già in allarme: visto il rendimento altalenante, avrebbe voluto giocarsi più punti nelle prove di giugno. Per il 14%, invece, la cosa è indifferente.
Per i ragazzi, infine, è stata giusta la scelta di eliminare l’alternanza scuola lavoro come requisito d’esame: il 47% tira un sospiro di sollievo, perché il suo è stato un tirocinio deludente. Ma il 38% storce la bocca: si era impegnato così tanto durante l’alternanza che ora pensa di aver perso il suo tempo.
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