Cari studenti,
questa è una mattina particolare per voi, che ricorderete poi negli anni.
È il primo giorno degli esami di maturità, come sempre con la prova di italiano per tutti.
Permettetemi un “in bocca al lupo” non solo per questi esami, ma, più in generale, perché, con questa prova, siete chiamati ad aprirvi al vostro futuro.
La nostra vita, lo state imparando, è segnata da alcuni “riti di passaggio”, attraverso i quali costruiamo le nostre scelte, cioè prepariamo il nostro futuro.
Il quale può dipendere da tante situazioni e relazioni, ma, anzitutto, dipende da quello che noi siamo in grado di costruirci. Ognuno per la propria parte.
Ora tocca voi.
Trovate un esame un po’ rinnovato, ma la sostanza è sempre la stessa.
E la sostanza della vostra generazione la riassumo così: voi siete chiamati a pensarvi non più vincolati solamente al contesto locale, o italiano, o europeo. Il vostro destino è “glocale”, cioè globale e locale assieme. Cittadini cioè del mondo. Sapendo che il valore-conoscenza è la prima bisaccia che potrete portarvi come zaino esistenziale. L’unico passaporto da tutti riconosciuto. Non conoscenze, però, fine a se stesse, ma aperte al confronto, alla logica dei risultati, cioè alle competenze spendibili.
Lo chiamo “esame di maturità”, ma oggi, lo sapete, si preferisce chiamarlo “esame di Stato”, con una formula burocratica.
Perché preferisco richiamare il concetto di maturità?
Sì, lo so, si fa fatica a capire cosa voglia dire oggi maturità, visto quel giovanilismo che fa dire che si è giovani sino ai 35 anni.
Ma imparerete che non si diventa maturi per decreto, ma che è la maturità, cioè la responsabilità, che ci viene incontro. Che si impone.
Tant’è che dopo l’esame di maturità non saranno più gli altri che incideranno sulle vostre scelte, ma ognuno dovrà decidere per se stesso. Dovrà cioè prendersi le proprie responsabilità.
Attraverso l’esame di maturità, per la prima volta, sperimentate una esperienza nuova: sarete giudicati da persone che non vi conoscono. E questo è un fatto positivo. Perché questa è la regola della vita. Attraverso cioè un giudizio “esterno”, prima di essere gli altri a giudicare voi, siete voi che dovete mettervi nella condizione di essere giudicati e dunque valutati, perciò anche valorizzati. Secondo un merito, una qualità, delle conoscenze e competenze effettivamente maturate. Secondo dunque dei risultati, al di là di intenzioni, buone o cattive volontà, anche rischi di errori e ingiustificate discrezionalità. Così va la vita reale, potremmo aggiungere. Con i suoi valori e le sue contraddizioni.
Potrei dire: è bello essere valutati e misurati. Perché si diventa protagonisti e responsabili di se stessi. Quindi si esercita la propria libertà, si mettono in gioco i propri diritti-doveri sino in fondo.
Con questo atto di libertà ha inizio, perciò, una nuova fase della vostra vita, che vi porterà all’alta formazione universitaria oppure ai primi contratti verso il mondo del lavoro. Vere palestre di vita.
Il mio augurio è che viviate da protagonisti, tutti assieme, questi esami, al di là del livello di preparazione e delle singole aspettative, ma fatelo con passione e gusto culturale. Sì, con gusto culturale: perché la cultura non è il mero possesso di tante o poche informazioni, ma è la maturazione personale, cioè la creativa rielaborazione delle informazioni o nozioni verso quel “domandare tutto” che è l’atto primo della nostra intelligenza, quello che ci spinge sempre “oltre”: verso nuove tappe della ricerca esistenziale e scientifica, verso nuove esperienze e conoscenze, sempre aperti a nuove concrete competenze.
Gli esami sono, pertanto, una sintesi del percorso delle scuole superiori, in particolare del triennio. Che riassume una tappa, ma che apre, nel contempo, a nuovi sentieri. Quante nozioni e informazioni avete incontrato in questi anni? Spetta a voi fare sintesi, tradurle in unità, viverle come strumenti in vista di nuovi traguardi.
Non abbandonate, quindi, con la scuola quegli spunti culturali che vi sono stati proposti. Ma riservate, per voi, un piccolo spazio di recupero non-scolastico dei temi e argomenti che avete incontrato a scuola. Studiandoli nuovamente, senza l’obbligo utilitaristico del voto, scoprirete valori e sapori inediti: nella letteratura, nella filosofia, nell’arte, nelle scienze, nella matematica, nelle lingue ecc..
Pensando a ciò che vi aspetta, alle opportunità che chi ha qualche anno in più non ha avuto e che voi oggi invece avete, nel mondo dell’università e del lavoro: vi verranno i brividi, perché la crescita delle opportunità imporrà a tutti inediti e sempre più complessi spazi di libertà-responsabilità.
Vi auguro che troviate il modo di scegliere la vostra strada. Ricordate: i treni nella vita, prima o poi, al di là dei percorsi, si presenteranno a tutti. L’importante è essere pronti a riconoscerli e a coglierli al volo. Preparati e determinati.
Tutti noi, genitori e docenti, vi osserveremo. Vi seguiremo col pensiero. E con qualche giusta preoccupazione. Ma anche con tanta fiducia. Siete il nostro futuro.
Si comincia alle 8.30 con l’apertura delle buste con le sette tracce per la prova, che servirà ad accertare la padronanza della lingua, le capacità espressive e critiche.
Divieto tassativo per i candidati di utilizzare cellulari, smartphone, pc e qualsiasi altra apparecchiatura elettronica in grado di accedere alla rete o riprodurre file e immagini, pena l’esclusione dall’Esame di Stato.
I maturandi potranno scegliere tra sette titoli raggruppati in tre tipologie:
1. tipologia A (due tracce) – analisi del testo;
2. tipologia B (tre tracce) – analisi e produzione di un testo argomentativo;
3. tipologia C (due tracce) – riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità.
Gli argomenti saranno i più vari, come spiegato dal Miur si spazierà in ambito “artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico”.
Per chi supera lo stress si ricomincia domani, giovedì 20 giugno, sempre alle 8.30, con il secondo scritto, quello sulle materie caratterizzanti. Novità anche qui con la doppia materia: latino-greco al classico. matematica-fisica allo scientifico e così via.
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