Il prossimo 19 giugno inizieranno gli esami di Stato 2019 con la prima prova d’italiano.
Di seguito un decalogo rivolto agli studenti impegnati con la prima prova degli esami di maturità.
PRIMO – Meditate sui princìpi contenuti nella “Parte I” della nostra Costituzione, che potrebbero fornirvi spunti preziosi in materia di diritti, doveri, uguaglianza, parità tra i sessi, libertà, democrazia, solidarietà, pace, lavoro, tutela della salute e dell’ambiente.
SECONDO – Analizzate attentamente la traccia prescelta, per capire bene a quali domande dovete rispondere. Se vi si chiede di “prendere spunto” da un brano di un autore, non parlate solo di quello ma trattate l’argomento in maniera più ampia. Individuate nella stessa traccia le parole chiave ed esploratene i possibili significati con l’aiuto del vocabolario. Per esempio, se si parla di non condivisione dei “valori morali” dei genitori da parte di molti giovani, bisogna innanzi tutto definire quali siano quei valori.
TERZO – Fate, preliminarmente, una scaletta, cioè uno schema degli argomenti da toccare, elencandoli prima alla rinfusa, così come vi vengono in mente, e poi disponendoli secondo un ordine logico. Quindi tenetela d’occhio nell’eseguire il compito.
QUARTO – Cominciate a scrivere, senza perdere tempo nella ricerca di una frase ad effetto, affrontando direttamente le questioni proposte nella traccia. Per esempio, se il tema da trattare fosse l’incomprensione tra genitori e figli, si potrebbe esordire così: “Secondo me, sono due (o tre o quattro) le ragioni principali dell’incomprensione che c’è in molti casi tra genitori e figli: …”. Quindi fate un’analisi delle singole ragioni enunciate e aggiungete le vostre considerazioni. Se poi, strada facendo, scovate un’idea geniale per l’inizio, cambiate l’incipit. Comunque, rifuggite da banalità del tipo: “Al giorno d’oggi si parla molto di…”, “Fin dai tempi antichi…”, “Da che mondo è mondo…”.
QUINTO – Potete anche mettere in discussione l’impostazione del tema, dichiarando di non condividerla e motivando il vostro dissenso. In ogni caso, è molto importante riuscire a dimostrare di possedere uno spirito critico equilibrato, capace di riconoscere gli aspetti positivi e quelli negativi presenti in ogni manifestazione della vita umana, e di distinguere comportamenti diversi in ogni ambito sociale (tra i giovani, tra gli immigrati, tra gli abitanti di una città o di una regione…). Per sottrarsi a generalizzazioni arbitrarie può essere utile ricorrere a locuzioni limitative, come “in parte”, “in gran parte”, “in molti casi”.
SESTO – Se l’argomento è troppo ampio (del tipo “i grandi problemi dell’umanità”, che nemmeno i leader mondiali riescono a risolvere), restringetene la trattazione al campo della vostra esperienza (“Nella mia città..”, “A casa mia…”) e delle vostre conoscenze, astenendovi da argomentazioni retoriche (sostanzialmente vuote) e riecheggiamenti approssimativi di opinioni altrui. Manifestate eventualmente i vostri dubbi (“Io mi domando se…”, “Non sono certo che…”, “Non mi sento di indicare una soluzione…”), piuttosto che ostentare un’improbabile sicurezza. Citate casi concreti a sostegno delle vostre affermazioni.
SETTIMO – Usate un linguaggio semplice e chiaro, lasciando da parte il “difficilese”, che non serve a fare bella figura, gli anglicismi non necessari (come “road map”, “dead line”, “mainstream”), i luoghi comuni (come “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”), le frasi fatte (come “spesso e volentieri”, “ammesso e non concesso”, “non più di tanto”), gli estremismi lessicali (come “estremamente”, “assolutamente”, “perfettamente”, “quanto mai”). Evitate periodi troppo lunghi e contorti. Consultate il vocabolario tutte le volte che non siete sicuri del significato o dell’ortografia di una parola.
OTTAVO – Per concludere, non c’è bisogno di fuochi d’artificio. Basta completare il ragionamento, con l’eventuale aggiunta di un auspicio (“Spero che…”, “Mi auguro che…”), o di una frase riassuntiva (“In conclusione, si può dire che…”). Se poi trovate una buona battuta finale, tanto meglio.
NONO – Prima di trascrivere l’elaborato in bella copia, controllate che non vi siano digressioni fuori tema, ripetizioni di concetti o di vocaboli, tempi verbali discordanti, costruzioni anacolutiche (che cominciano in un modo e terminano in un altro), espressioni poco comprensibili, punti esclamativi e interrogativi arbitrariamente moltiplicati o mescolati (!!!! – ???? – ?!?!)
DECIMO – Alla fine, ripassate tutto il testo, verificando la punteggiatura e toccando con la penna, sillaba per sillaba, ogni parola, in modo da accertarvi che non vi sia sfuggito qualche errore “di stampa”.
La prima prova rimane quella del tema di italiano. I maturandi dovranno dimostrare di “padroneggiare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti” e, per la parte letteraria, di aver raggiunto un’adeguata competenza sull’”evoluzione della civiltà artistica e letteraria italiana dall’Unità ad oggi”.
I testi prodotti saranno valutati in base alla loro coerenza, alla ricchezza e alla padronanza lessicali, ma anche all’ampiezza e precisione delle conoscenze e dei riferimenti culturali, alla capacità di esprimere giudizi critici e valutazioni personali. La prova avrà una durata di sei ore.
I maturandi dovranno produrre un elaborato scegliendo tra sette tracce riferite a tre tipologie di prove (tipologia A, due tracce – analisi del testo; tipologia B, tre tracce – analisi e produzione di un testo argomentativo; tipologia C, due tracce – riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità ) in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico.
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