E arrivò il giorno delle tre buste. Dopo la prima prova scritta e la seconda interdisciplinare, da lunedì 24 giugno quasi tutte le 13.161 commissioni di maturità (tranne casi particolari, come i licei artistici impegnati in una seconda prova di multi-giorni) si accingono ad avviare le prove orali, mutate rispetto agli altri anni, dei 520 mila studenti.
Come ha già scritto La Tecnica della Scuola, per il colloquio, che è anche l’ultimo atto degli Esami di Stato conclusivi del secondo ciclo, le commissioni proporranno ai candidati (cinque al giorno) di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi.
L’esame orale si svolgerà secondo diversi momenti:
“Da dove nasce l’idea delle buste alla prova orale della maturità? Da un principio fondamentale di equità. Negli anni scorsi succedeva che anche nella stessa scuola, con commissioni diverse, c’erano delle valutazioni con differenze anche marcate”, ha detto qualche giorno fa il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
“Ci saranno tre buste – ha ricordato il titolare del Miur – Su una classe di venti abbiamo ventidue buste, così l’ultimo se ne trova tre. All’interno non ci sarà una domanda ma uno spunto, come un quadro, una foto o un riferimento, che permetterà alla commissione di iniziare le domande. Ad esempio, se dentro la buste ci fosse la Monna Lisa si potrebbe partire da lì. Una scelta voluta fortemente da me”.
I materiali di partenza sono predisposti dalle stesse commissioni, nei giorni che precedono l’orale, “tenendo conto del percorso didattico effettivamente svolto dagli studenti descritto nel documento che i Consigli di classe consegneranno come ogni anno in vista degli Esami”.
Ci saranno materiali che forniranno uno spunto per l’avvio del colloquio: un testo poetico o in prosa, un quadro, una fotografia, un’immagine tratta da libri, un articolo di giornale, una tabella con dei dati da commentare, un grafico, uno spunto progettuale, una situazione problematica da affrontare.
I materiali delle buste già scelte dai candidati non potranno essere riproposti in successivi colloqui.
La durata del colloquio? Per i tecnici ministeriali non deve essere superficiale, ma non troppo lungo: si prevedono al massimo 60 minuti, ma in molti casi potrebbe bastare anche 40 minuti.
Invece, secondo i tecnici del Miur non devono esserci domande, serie di domande, argomenti, riferimenti a discipline. Inoltre, le buste non conterranno quiz o test.
La commissione avrà a disposizione un massimo di 20 punti per la valutazione del colloquio.
Il punteggio conseguito si sommerà al credito scolastico, che da quest’anno vale fino a 40 punti (non più 25), e ad altri 20 punti per ciascuno dei due scritti
Inoltre, la commissione potrà integrare di 5 punti il voto complessivo per chi ha almeno 30 crediti.
Per conseguire la maturità serviranno almeno 60 punti.
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