Una docente impegnata negli esami di Stato 2018-2019, come commissaria interna ci chiede: “È vero, come riportato da talune testate giornalistiche di settore, i materiali da inserire nelle buste possono essere brani, articoli di giornale o altri documenti, non trattati esplicitamente nel documento del 15 maggio, anche se attinenti ai programmi svolti?”.
Bisogna dire che più di un nostro lettore ci ha riferito che esistono fonti informative che sostengono che nelle buste possano essere inseriti materiali come un articolo di giornale, un grafico o una tabella di dati, non esplicitamente conosciuti dagli alunni durante lo svolgimento dell’anno scolastico e nemmeno inseriti con un riferimento contestualizzato nel documento del 15 maggio.
A tal proposito è utile leggere l’art.6, comma 3, dell’Ordinanza Ministeriale 205 dell’11 marzo 2019, in cui si precisa che la commissione tiene conto del documento nell’espletamento dei lavori e nella predisposizione dei materiali per il colloquio, ai sensi dell’articolo 2 del d.m. n. 37 del 2019.
L’art.2, comma 1, del decreto ministeriale n.37 del 18 gennaio 2019, stabilisce inequivocabilmente che la commissione propone al candidato, secondo precise modalità, di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline.
Tra le modalità suddette, la commissione, ai sensi dell’art.2, comma 3, del DM n.37/2019, tiene conto del percorso didattico effettivamente svolto, in coerenza con il documento di ciascun consiglio di classe, al fine di considerare le metodologie adottate, i progetti e le esperienze svolte, sempre nel rispetto delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida.
Sembra evidente che il materiale da inserire nelle buste, dovrà essere scelto dalla commissione attingendo dai documenti, testi, esperienze, progetti e problemi inseriti dal Consiglio di classe nel documento del 15 maggio. Normativamente non esiste la libertà assoluta, da parte della commissione, di pescare da materiali propri o utilizzati in altri contesti e non presenti nel documento del 15 maggio della classe da esaminare.
Anche il comma 5 dell’art.2 del DM 37/2019 rafforza l’idea che la scelta dei materiali deve essere coerente ai percorsi effettivamente svolti illustrato nel documento del consiglio di classe.
A tal proposito abbiamo approfondito questo concetto con i tecnici del Miur che hanno contribuito a elaborare la riforma degli esami di Stato. Ci hanno risposto che nella busta devono essere inseriti materiali coerenti al percorso didattico, illustrato nel documento del 15 maggio e si deve trattare di un materiale effettivamente trattato dallo studente durante il percorso.
Dal Miur ci dicono: “Se per esempio si inserisce nella busta un documento con una precisa citazione, questa deve necessariamente essere esplicitata nella programmazione svolta”.
Se per trattare un argomento di fisica quantistica come il paradosso del gatto di Schrödinger, che è argomento studiato durante l’anno scolastico, si può inserire un articolo scritto dalla rivista specialistica “Focus” in cui si parla del principio di incertezza della meccanica quantistica, questo è possibile farlo solo se tale articolo è stato specificatamente trattato nel percorso effettivamente svolto.
Stesso ragionamento vale per un’opera artistica, se si vuole parlare di Pablo Picasso e si vuole inserire nella busta la copia del dipinto “Scienza e Carità”, questa opera dovrà essere esplicitata nel documento del 15 maggio.
La prima prova, Italiano, è messa in calendario per il 19 giugno, a partire dalle 8.30. il giorno dopo, giovedì 20 giugno, sempre alle 8.30, ci sarà la seconda prova, diversa per ciascun indirizzo di studi. L’ordinanza sull’esame di stato individua anche le date per le eventuali prove suppletive.
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