La valutazione per competenze è stata introdotta nell’ordinamento scolastico prima col nuovo obbligo d’istruzione e in seguito con i regolamenti di riordino del II ciclo.
Il profilo educativo, culturale e professionale (PECUP) di ciascun percorso è espresso in termini di “risultati di apprendimento”, definiti in competenze da raggiungere al termine del ciclo scolastico, valutati in sede di scrutinio finale e d’esame.
Nelle Linee guida per i tecnici e professionali e nelle Indicazioni per i licei, il Ministero definisce il quadro generale di riferimento, mentre la declinazione dei risultati di apprendimento in competenze, abilità e conoscenze, è poi effettuata dalle istituzioni scolastiche, nella loro autonomia.
La normativa di riordino del II ciclo si richiama esplicitamente al Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF) e alla relativa Raccomandazione UE.
L’EQF è articolato in otto livelli, rappresentati in risultati di apprendimento, espressione con cui si intende “la descrizione di ciò che un discente conosce, capisce ed è in grado di realizzare al termine di un processo d’apprendimento”. I risultati sono definiti in termini di “conoscenze, abilità e competenze”. Lo scopo del Quadro europeo di riferimento è semplice: rendere comparabili titoli e qualifiche, rilasciati da sistemi d’istruzione diversi dei vari Paesi UE, e promuovere una mobilità più elevata di studenti e lavoratori.
La nuova Raccomandazione UE sulle competenze chiave del 22/5/2018 porta delle rilevanti novità, prima di tutto nella definizione stessa di competenza come “una combinazione dinamica di conoscenze, abilità e atteggiamenti”. Atteggiamento è “la disposizione e la mentalità per agire o reagire a idee, persone o situazioni”.
Di fronte alle profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali degli ultimi anni, emerge una crescente necessità di maggiori competenze imprenditoriali, sociali e civiche e di atteggiamenti improntati alla curiosità, alla creatività, insieme alla capacità di programmare e di gestire i processi.
Il documento UE sottolinea l’importanza delle capacità personali e relazionali, a volte denominate anche “competenze per la vita“, “abilità socioemotive” o “trasversali“, poiché esse aiutano le persone a reagire all’incertezza e ai cambiamenti. Si suggerisce inoltre ai vari sistemi d’istruzione di rafforzare ulteriormente elementi quali il pensiero critico, il lavoro di squadra, le competenze interculturali e la capacità di risolvere problemi.
Nel nuovo esame di stato questo genere di competenze ha il suo peso, in particolare viene valutato in due momenti del colloquio, dedicati a “Cittadinanza e Costituzione” e “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”.
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