Il 19 febbraio il Miur ha pubblicato sul proprio sito le prove di italiano per permettere studenti e professori di prepararsi in vista della maturità.
Le tracce pubblicate sono in tutto sette: due per la tipologia A (analisi e interpretazione del testo), tre per la tipologia B (il testo argomentativo) e due per la tipologia C (il tema d’attualità).
Gli autori scelti come protagonisti delle prove sono Giovanni Pascoli, Elsa Morante, Claudio Pavone, Antonio Cassese, Carlo Rubbia, Giacomo Leopardi, Vittorino Andreoli.
I professori sono liberi di scegliere quando far svolgere la simulazione, se oggi stesso o successivamente. La prova è utile agli studenti ma anche ai professori, che si alleneranno così a correggere i testi.
È previsto che le prove non facciano media né sostituiscano altre verifiche periodiche.
A tal proposito, La Tecnica della Scuola ha lanciato un sondaggio sulla propria pagina Facebook, per capire se effettivamente le simulazioni della prima prova sono risultate di gradimento ai docenti e se effettivamente possono essere realmente utili.
Proseguono le perplessità manifestate dai docenti in merito alle griglie di valutazione. Queste, infatti, come abbiamo spiegato in precedenza, non sembrano essere molto valide ma soprattutto d’aiuto, in quanto il Miur ha solo dato gli indicatori generali, lasciando ai docenti e alle commissioni d’esame il compito di dettagliare i descrittori.
Tuttavia, abbiamo già riportato un validissimo esempio di griglie di valutazione ad opera della prof.ssa Marina Petrone, docente presso il Liceo Classico “Vittorio Emanuele II” di Napoli, che ha voluto condividere con la comunità dei lettori de La Tecnica della Scuola il lavoro svolto, con i colleghi, sulle griglie di valutazione per la prima prova della nuova maturità sulla base degli indicatori forniti dal Miur.
Oltre alle griglie – una per ciascuna tipologia prevista – è stata predisposta una tabella di conversione punteggio/voto.
È un lavoro che segue i criteri ministeriali, elaborato in forma chiara e leggibile su una facciata.
Sarebbe opportuno, a questo punto, che il Miur raccogliesse gli esempi più validi e funzionali per offrire a docenti e commissioni almeno una possibilità di scelta collaudata e sicura, evitando il proliferare di modelli astrusi e complicati che neppure conducono a un risultato omogeneo.
Il punteggio finale resta in centesimi: il credito scolastico, calcolato sugli ultimi tre anni, arriva fino a 40 punti a cui si aggiungono massimo 60 punti con le 3 prove, massimo 20 per ciascuna.
Il punteggio minimo per superare l’esame resta 60 punti.
La Commissione d’esame può integrare il punteggio, fino ad un massimo di 5 punti, se il candidato parte da un credito scolastico di almeno 30 punti e da un risultato delle prove di esame di almeno 50 punti.
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