Quest’anno gli esami di maturità hanno sperimentato la novità delle “tre buste” del colloquio orale: una formula innovativa che ha mandato in soffitta la vituperata, inutile ed odiosa tesina, ossia un’accozzaglia di argomenti, messi lì insieme in bella mostra (anche senza un senso e un filo logico, ma incorniciati da una copertina ipetecnologica da far strabuzzare gli occhi alla commissione d’esame), quasi sempre non il frutto di un lavoro “intellettuale” partorito dalla mente e dall’impegno del maturando, quanto piuttosto scopiazzata di qua e di là.
Il colloquio, così come era stato presentato dal MIUR, era diventato al pari delle prove scritte (anch’esse in versione nuova e light su due discipline) era diventato quasi lo spauracchio degli studenti candidati alla maturità.
Alla fine, invece, questa formula delle “tre buste” che contenevano documenti vari scelti dalla commissione d’esame, è piaciuta agli studenti che dalla visione di un documento contenuto nella busta scelta hanno potuto effettuare collegamenti logici con tutte le discipline.
Ovviamente creare un percorso lineare ed esauriente da una fotografia, da un articolo di giornale, ecc. non è una cosa abbastanza facile, ma non del tutto impossibile perché bastava avere una sufficiente preparazione di base in tutte le materie.
Meglio, dunque, della tesina scopiazzata ed incollata lì a caso. Se la formula ha funzionato per quest’anno scolastici, ovviamente, speriamo che i tecnici del MIUR non vogliano, assieme al Ministro Bussetti rimettere mano alla formula sperimentata ma lasciarla inalterata per i prossimi anni scolastici, in modo tale da abituare gli studenti a saper meglio gestire il percorso che li accompagna al conseguimento del diploma di maturità.
Mario Bocola
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