Non sarà facile per le commissioni d’esame impostare e condurre il colloquio in modo da verificare il livello di preparazione di ciascun candidato secondo le nuove norme.
Le caratteristiche, le finalità, la struttura e la natura del colloquio continueranno a suscitare incertezze applicative, almeno nella prima applicazione del 2019, nonostante le “significative misure di accompagnamento” realizzate in questi mesi fra simulazioni, conferenze di servizio e precisazioni, ultima la nota del 6 maggio.
Il colloquio parte dallo “spunto” contenuto nelle buste, procede con la relazione sui percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), passando poi a Cittadinanza e Costituzione, e infine alla discussione delle prove scritte.
Quattro “momenti”, per una durata di 60 minuti, e punteggio “rimodulato”, da trenta a venti punti rispetto a prima. “Ma non per questo tale prova perde di significato”, dice la Nota ministeriale. L’importante è che sia ben impostata ed equilibrata.
Questi, in sintesi, alcuni aspetti che le commissioni troveranno complicato da far quadrare.
Una situazione complessa, che richiede consapevolezza e lucidità. Nell’ultima nota del 6 maggio, il Miur fornisce nuove “precisazioni” per impostare un colloquio equilibrato. In particolare sui seguenti punti:
La prima prova, Italiano, è messa in calendario per il 19 giugno, a partire dalle 8.30. il giorno dopo, giovedì 20 giugno, sempre alle 8.30, ci sarà la seconda prova, diversa per ciascun indirizzo di studi. L’ordinanza sull’esame di stato individua anche le date per le eventuali prove suppletive.
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