I ragazzi e la prova di carattere che devono metterci per la maturità.
Ma la vera prova di carattere, col coraggio di lanciare il cuore oltre l’ostacolo, sono costretti ad averla fra pochi giorni, cioè conclusa la maturità.
Che fare, cosa scegliere, in virtù di quale fonte di ispirazione, attitudine, opportunità?
Poi c’è il gran mare della vita ad aspettarli, nel nostro mondo liquido.
Con un risultato che, a pensarci, dovrebbe tutti farci arrabbiare, mentre invece domina un silenzio che fa male.
Parlo del fatto che sono sempre più i ragazzi che, pensando alla scelta universitaria, stanno guardando oltre confine.
In altre parole, se vogliamo dirla in positivo, si sentono già parte attiva di un mondo dell’istruzione globale.
Già da qualche anno non si accontentano più, cioè, delle università vicine, ora pensano anche alle opportunità e ai corsi di studio offerti da quelle straniere.
Del resto, la generazione Erasmus è oramai abituata a considerare come propria casa quasi il mondo intero.
Al di là delle buone intenzioni, cioè scegliere il meglio, ci sono due situazioni che però mettono a rischio questa libertà: da un lato è sempre più difficile districarsi tra nomi, proposte, percorsi delle lauree; dall’altro, chi può in concreto aiutarli nella originaria domanda: restare o partire?
La scuola cerca di dare loro una mano, ma poi, al dunque, deve cedere il passo al marketing universitario. Basta dare un’occhiata agli stand presenti all’annuale rassegna del Job Orienta di Verona.
Senza, cioè, alcune linee-guida, su attitudini, talenti, preparazione di base, opportunità, è difficile poi decidere. Non basta cioè dire “va dove ti porta il cuore”.
E’ la stessa situazione, in misura ridotta, che avviene con la scelta della scuola superiore da parte dei ragazzini delle scuole medie.
Per i ragazzi grandi, in vista della scelta universitaria, si stava rivelando uno strumento utile l’esperienza della alternanza scuola-lavoro, ma il governo ha purtroppo preferito cambiare obiettivi (è scomparso il concetto di lavoro) e tagliare i fondi. Una pagina non-bella della politica di oggi.
Infine, è giusto che questi stessi ragazzi possano pensare, come àncora di salvezza, ad una opzione straniera, ma i ragazzi stranieri considerano concreta, fattibile, opportuna una opzione universitaria italiana per i loro studi?
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