Il 19 giugno 2019 gli studenti di classe quinta, ammessi a sostenere l’esame di stato, svolgeranno finalmente la prova di italiano. Che cosa aspettarsi dopo i cambiamenti del nuovo corso?
Le due simulazioni fatte nei mesi scorsi hanno senz’altro contribuito a far prendere familiarità con le nuove tipologie, far capire che cosa è richiesto, quali abilità dimostrare e come impostare lo svolgimento. Hanno fatto capire anche ai docenti come organizzare il proprio lavoro didattico in vista della prova d’esame.
E adesso che siamo arrivati al via ufficiale, come saranno le tracce? In internet circola una ridda di ipotesi sulle probabilità, poi magari clamorosamente smentite dai fatti (indimenticabile il “Caproni chi?” della maturità 2017, che ha spiazzato proprio tutti. Il poeta, infatti, pur compreso nelle antologie, di solito non si fa, perché il tempo nel secondo quadrimestre stringe e i docenti puntano sugli autori più noti).
Proviamo piuttosto a fare un elenco “ragionato” di aspettative, basate sulla norma e sul buon senso
La prova scritta nazionale deve lasciare la più ampia possibilità di scelta agli studenti di tutti gli indirizzi. Deve mettere il candidato nella condizione di far valere idee personali, giudizi critici, riferimenti culturali fondati sull’esperienza scolastica ed extra scolastica.
Tipologia A, analisi del testo, due tracce. Gli autori saranno quelli dall’Unità d’Italia a oggi, con generi e forme testuali diversi, come previsto dal quadro di riferimento. Tuttavia è importante che la scelta sia accessibile e vicina all’orizzonte formativo ed esistenziale degli studenti.
Tipologia B, analisi e produzione di un testo argomentativo. È forse la più difficile, perché le tre tracce impegnano gli studenti in un attento lavoro preliminare di lettura, comprensione e analisi, e poi di produzione. Come abbiamo visto nelle simulazioni, è probabile che tutti gli studenti siano comunque in grado di scegliere e svolgere almeno una delle tracce proposte, perché ritenuta interessante e personalizzabile.
Tipologia C offre due tracce di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. Si suppone che sarà la tipologia più scelta, perché considerata più “facile”, sia per gli argomenti, sia perché non impegna in un lavoro di analisi e interpretazione. L’importante è che ciascuna traccia richieda chiaramente delle riflessioni in forma logica e argomentata, altrimenti lo studente potrebbe fare un discorso superficiale, a ruota libera.
Dopo le tante polemiche suscitate dalla formale abolizione della “vecchia tipologia C” (tema storico), non c’è motivo di dubitare che almeno una traccia sarà di argomento storico. Abbiamo visto che la storia è entrata in entrambe le simulazioni. Ci si aspetta però che la traccia non sia tanto specifica, ma offra allo studente la possibilità di sviluppare l’argomento e di arricchirlo con opportuni riferimenti culturali inerenti al percorso scolastico o con letture ed esperienze personali.
E accaduto negli anni passati, si è ripetuto anche nelle simulazioni. Sviste o errori del Miur hanno fatto clamore. Diciamo che la prova scelta, preparata da un team di esperti e tecnici, dovrebbe presentare il massimo dell’accuratezza sostanziale e formale. Le consegne devono essere ben chiare e del tutto coerenti col quadro di riferimento.
Anche la formulazione delle domande di analisi e comprensione deve essere chiara, pertinente, tale da circoscrivere la risposta dello studente in limiti precisi che consentano di valutare con immediatezza se la risposta è giusta o no.
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