Poco più di un mese all’inizio della maturità. Come già segnalato più volte dalla Tecnica della Scuola, nel 2019 sarà interamente rivisto: via la terza prova, novità anche per il tema di italiano e la seconda prova, caratterizzante per ogni istituto.
Il dibattito, però, si infiamma sulla prova orale e le ormai famigerate buste.
Per il Miur, il colloquio ha la finalità di accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale dello studente.
A tal fine, la commissione propone al candidato di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti, problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera.
Le perplessità, però, sono tantissime e il Ministero, nelle scorse ore, è corso ai ripari.
Le novità del colloquio
In proposito, il Miur, con nota 788 del 6 maggio 2019, ha fornito indicazioni alle scuole secondarie di II grado in merito allo svolgimento del colloquio.
In particolare, evidenzia il Miur, nella nuova Maturità “il punteggio del colloquio è stato rimodulato da trenta a venti punti, ma non per questo tale prova perde di significato; il quadro normativo e le indicazioni successivamente fornite ne definiscono, infatti, le finalità e la struttura, sottolineando la sua natura pluridisciplinare e integrata e la sua importanza al fine di raccogliere elementi di valutazione significativi sul livello di “preparazione” del candidato e sulle sue capacità di affrontare con autonomia e responsabilità le tematiche e le situazioni problematiche proposte“.
Ai sensi dell’art. 17, comma 9, del decreto legislativo n. 62 del 2017, il colloquio ha la finalità di accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale dello studente. A tal fine, la commissione propone al candidato di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti, problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera. Nell’ambito del colloquio il candidato espone, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale, l’esperienza svolta relativamente ai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Il colloquio accerta inoltre le conoscenze e competenze maturate dal candidato nell’ambito delle attività relative a Cittadinanza e Costituzione”.
Successivamente, il decreto ministeriale n. 37 del 2019 ha individuato una puntuale procedura alla quale le commissioni d’esame dovranno attenersi.
L’articolo 19 dell’O.M. n.205 del 2019 ha fornito poi ulteriori indicazioni operative sulle modalità di svolgimento del colloquio.
Il colloquio viene avviato con l’analisi e il commento del materiale che la commissione propone al candidato, per poi svilupparsi in una più ampia e distesa trattazione di carattere pluridisciplinare. E’ pertanto fondamentale la scelta di materiali che possano favorire la trattazione dei nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline.
I materiali possono essere di diverso tipo:
Dunque, è opportuno che la commissione, in sede di riunione preliminare, individui i criteri alla base della scelta e la tipologia dei materiali da proporre ai candidati.
Considerata la natura del colloquio, nel corso del quale dovranno essere privilegiati la trasversalità e un approccio integrato e pluridisciplinare, il materiale non potrà essere costituito da domande o serie di domande, ma dovrà consentire al candidato di condurre il colloquio in modo personale, attraverso l’analisi e il commento del materiale stesso.
Ovviamente, non tutte le aree disciplinari potranno trovare una stretta attinenza al materiale proposto, per cui i commissari di tutte le discipline si inseriranno progressivamente nello svolgimento del colloquio al fine di verificare le competenze acquisite in tutti gli ambiti disciplinari.
In questo contesto, è quindi necessario che il documento del consiglio di classe descriva non solo i contenuti svolti, ma anche l’attuazione della progettazione didattica in termini di attività, progetti, esperienze.
Il consiglio di classe, perciò, descriverà il percorso formativo e didattico che potrà orientare il lavoro della commissione, ma non potrà sostituirsi alla commissione stessa nell’indicare i materiali da utilizzare per lo spunto iniziale del colloquio.
Il colloquio si sviluppa in quattro momenti:
1) l’avvio dai materiali e la successiva trattazione di carattere pluridisciplinare;
2) l’esposizione, attraverso una breve relazione e/o elaborato multimediale, dell’esperienza svolta relativamente ai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento;
3) l’accertamento delle conoscenze e competenze maturate nell’ambito delle attività relative a “Cittadinanza e Costituzione”;
4) la discussione delle prove scritte.
In linea generale, la conduzione del colloquio dovrà avere come principali riferimenti la collegialità nel lavoro della commissione.
Quindi, i diversi commissari conducono il colloquio per le discipline per le quali hanno titolo purché correlate alla classe di concorso di cui sono titolari.
L’O.M. n. 205 dell’11 marzo 2019, all’art. 19 prevede che: “Nell’ambito del colloquio, il candidato interno espone, inoltre, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale, le esperienze svolte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, previsti dal d.lgs. n. 77 del 2005, e così ridenominati dall’art. l, co. 784, della l.30 dicembre 2018, n. 145. Nella relazione e/o nell’elaborato, il candidato, oltre a illustrare natura e caratteristiche delle attività svolte e a correlarle alle competenze specifiche e trasversali acquisite, sviluppa una riflessione in un’ ottica orientativa sulla significatività e sulla ricaduta di tali attività sulle opportunità di studio e/o di lavoro post-diploma”.
Per offrire un supporto agli studenti del quinto anno, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto ha redatto una guida alla stesura della “breve relazione sull’esperienza svolta nell’ambito dei PCTO”.
La guida rappresenta un contributo e uno strumento di lavoro che potrà essere migliorato e implementato dalle singole istituzioni scolastiche.
In particolare, il documento spiega come scrivere la relazione, che secondo le indicazioni dell’USR, non dovrà superare le 5 pagine (o le 10 slide). Ovviamente, prima è necessario aver raccolto tutta la documentazione necessaria dell’esperienza, pianificare le fasi di scrittura e la struttura del testo, scegliere il linguaggio più adeguato, revisionare attentamente il testo prima della versione definitiva.
Per i candidati con disabilità o con Dsa, i materiali per lo svolgimento del colloquio saranno predisposti in coerenza con il Pei o il Pdp di ciascuno. Per tale motivo, il candidato non “pescherà” il materiale, scegliendo tra 3 buste, come, invece, è previsto per gli altri compagni di classe, secondo quanto disposto dal comma 5 dell’art. 19 dell’om n.205/2019.
Questa precisazione rende la procedura “diversa” e appare non in linea con il principio di inclusività a cui dovrebbero tendere tutte le azioni didattiche nella scuola, comprese quelle valutative di un esame di Stato.
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