L’O. M. 205/2019 chiarisce che il colloquio ha come finalità quella di accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale dello studente.
La commissione propone al candidato di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, nonché la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e metterle in relazione per argomentare in maniera critica e personale, utilizzando anche la lingua straniera.
Il colloquio prende avvio dai materiali scelti dalla commissione, un testo poetico o in prosa, un quadro, una fotografia, un’immagine tratta da libri, un articolo di giornale, una tabella con dei dati da commentare, un grafico, uno spunto progettuale, una situazione problematica da affrontare, attinenti alle Indicazioni nazionali per i licei e alle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali.
La commissione, che cura l’equilibrata articolazione e durata delle fasi del colloquio e il coinvolgimento delle diverse discipline, evita una rigida distinzione tra le stesse e si serve dei materiali solo come spunto di avvio al colloquio, il quale continua con una trattazione di carattere pluridisciplinare dalla quale si possa evincere il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale dello studente.
I commissari interni ed esterni conducono l’esame in tutte le discipline per le quali hanno titolo secondo la normativa vigente, anche relativamente alla discussione degli elaborati relativi alle prove scritte.
Le conoscenze e le competenze della disciplina non linguistica (DNL) acquisite attraverso la metodologia CLIL potranno essere accertate solo se il docente della disciplina coinvolta è un componente interno della commissione.
La commissione, nella predisposizione dei materiali, per considerare le metodologie adottate, i progetti realizzati e le esperienze svolte secondo le Indicazioni nazionali e le Linee guida e per favorire la trattazione dei nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline, tiene conto del percorso didattico effettivamente svolto dal consiglio di classe presentato nel documento.
Nell’ambito del colloquio, il candidato interno espone, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale, le esperienze svolte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, così ridenominati dalla legge 145/018. Nella relazione e/o nell’elaborato, il candidato, oltre a illustrare natura e caratteristiche delle attività svolte e a correlarle alle competenze specifiche e trasversali acquisite, sviluppa una riflessione in un’ottica orientativa sulla significatività e sulla ricaduta di tali attività sulle opportunità di studio e/o di lavoro postdiploma. Parte del colloquio è dedicata anche alle attività, ai percorsi e ai progetti svolti nell’ambito di Cittadinanza e Costituzione illustrati nel documento del consiglio di classe e realizzati in coerenza con gli obiettivi del Piano Triennale dell’Offerta formativa.
Per quanto riguarda la valutazione, il Miur per il colloquio non ha fornito griglie con gli indicatori, come per le verifiche scritte, ma lascia il compito di strutturare la scheda di valutazione, con indicatori e descrittori, alle commissioni, le quali dovranno procedere, comunque, a una valutazione fondata non sugli esiti delle singole fasi o delle singole discipline, ma sul conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale dello studente.
Qui di seguito una proposta di scheda valutativa. Per il colloquio, ricordiamo, è previsto un massimo di venti punti.
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