È di pochi giorni fa il decreto che va mutare l’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione. Il vecchio esame di maturità va in soffitta sostituito da un esame che al momento sta suscitando solo tanti dubbi e incertezze. Sia gli alunni che i docenti si ritrovano con un cambiamento “in corsa” di cui non si sentiva la necessità.
Il vecchio esame di maturità prevedeva tre prove scritte ed un esame orale che partendo da una “tesina” preparata dagli alunni andava successivamente a verificare le conoscenze e le competenze acquisite.
Il nuovo esame ha eliminato la terza prova scritta, facendo diventare la seconda prova multi disciplinale in alcuni indirizzi. Ma ciò che non convince è lo svolgimento della prova orale.
I maturandi non avranno più modo di iniziare il colloquio finale con la vecchia “tesina”, che poteva piacere o non piacere, ma dava modo ai ragazzi di poter parlare per 10 minuti di un argomento conosciuto perché da loro preparato. Quei 10 minuti erano un modo per calmare l’ansia da esame, un modo per far entrare positivamente i nostri alunni nel colloquio finale del loro percorso scolastico, un modo per scacciare le paure che volente o nolente fan parte di ogni esame della nostra vita. Che fosse “tesina” o “mappa concettuale”, che fosse un lavoro creato, o magari riproposto (come dicono i detrattori), era comunque qualcosa che caratterizzava gli interessi, le passioni, le idee dei maturandi. Era la loro “carta d’identità” da presentare alla commissione d’esame.
Adesso invece come sarà l’orale della maturità? Nessuno sa di preciso come si svolgerà perché le informazioni arrivano a singhiozzo e spesso senza una vera definizione delle modalità di applicazione (anche il decreto non elimina i dubbi). Si partirà dall’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro si dice, per poi continuare con una parte dedicata alle attività fatte in ambito di “Cittadinanza e Costituzione” (ma su quali argomenti? E chi dovrà effettuare una verifica dei contenuti e delle competenze?). E per finire verrà sorteggiato dal candidato un argomento scelto tra tante buste “in numero pari a quello dei candidati da esaminare nella classe/commissione aumentato di due”. Argomenti che dovranno essere preparati dalla commissione d’esame.
Il cambiamento quindi prevede un esame orale che appare confuso e ansiogeno. Ma chi ha predisposto questo esame è mai entrato in una classe? Sa cosa vuol dire per i nostri ragazzi l’esame di maturità? Sa cos’è l’ansia da prestazione? Sa cos’è l’empatia?
A me sembra che nel tentativo di uniformare l’esame ai concorsi pubblici ci si è dimenticati di trovarsi di fronte ragazzi e ragazze di 18-19 anni con tutto quello che implica la loro età, tra ansia, paura, incertezza, bisogno di comprensione, cambiamenti umorali, ricerca di punti fermi.
L’esame di maturità non è qualcosa di cementificato, si può sempre migliorare cambiando impostazioni e obiettivi ma andava fatto con criterio, con i tempi giusti, e non “in corsa”. Si poteva prevedere un cambiamento per il 2019/2020 così da dar modo di preparare alle novità docenti e alunni delle quarte. Cambiare a 4 mesi dalla maturità è un rischio per i nostri ragazzi e non vi è nulla di positivo in questa corsa alla novità.
Per tutti questi motivi chiediamo al ministro dell’istruzione Bussetti di rinviare di un anno la nuova maturità così da permettere a docenti ed alunni di analizzare e studiare i cambiamenti dell’esame ed evitare che la maturità si trasformi in un caos totale.
Luigi Mazza – Coordinatore nazionale movimento GAE IN RUOLO – NON UNO DI MENO
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