Martedì 19 febbraio, alle ore 8,30, sul sito del Miur verranno pubblicati alcuni esempi della prima prova della nuova maturità.
Alcune scuole invieranno i giudizi direttamente al Miur. I risultati di queste scuole campione serviranno al Ministero per valutare l’andamento e per preparare così le tracce per il vero esame di Maturità che inizierà il prossimo 19 giugno.
Il punteggio finale sarà in centesimi. Si parte dal credito scolastico (fino a 40 punti). Alla commissione spettano poi fino a 60 punti: massimo 20 per ciascuna delle due prove scritte e 20 per il colloquio. Il punteggio minimo per superare l’esame resta fissato in 60 punti.
La Commissione d’esame può motivatamente integrare il punteggio, fino ad un massimo di 5 punti, ove il candidato abbia ottenuto un credito scolastico di almeno 30 punti e un risultato complessivo nelle prove di esame di almeno 50 punti.
Sarà più facile prendere 100 e lode?
No, non sarà più facile rispetto al passato perché pesa tutto l’ultimo triennio del ciclo di studi.
I candidati al voto più alto in assoluto sono gli studenti che hanno avuto le migliori performance lungo gli ultimi tre anni scolastici.
Serve, infatti, aver totalizzato il massimo del credito scolastico, 40 punti, con voto unanime del consiglio di classe in sede di scrutinio, e aver raggiunto il 100 al termine degli esami (20 alla prima prova, 20 punti alla seconda prova, 20 punti al colloquio) senza l’aiuto dei 5 punti di bonus.
I 100 e lode hanno diritto a un premio in denaro. La valorizzazione delle eccellenze è stata introdotta nel 2007 con la legge 1/2007. Il premio negli ultimi anni è stato ridotto: nel 2007 l’assegno era di 1.000 euro, dal 2016 è sceso a 450 euro.
Gli studenti che si distinguono nell’esame di Stato vengono
inseriti nell’Albo nazionale delle eccellenze.
Ricordiamo che, il voto di ammissione alla maturità è deciso da tutti i docenti componenti il Consiglio di Classe, compresi i docenti di religione cattolica e delle attività alternative a tale insegnamento per gli alunni che se ne avvalgono.
Così il Miur, tramite il vice ministro Lorenzo Fioramonti, in risposta ad un’interrogazione parlamentare presentata dalla deputata di Forza Italia, Valentina Aprea.
“Il voto di ammissione all’esame di Stato è riferito al percorso scolastico triennale dell’alunno, con ciò intendendo che tale voto non corrisponde a sommatorie o medie di voti, ma ad una valutazione globale dello studente, in termini di impegno, modalità di apprendimento, competenze acquisite“, aggiunge Fioramonti.
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