Si sono appena concluse le prove scritte degli esami di stato 2019, tenute il 19 (prima prova di italiano) e 20 giugno (seconda prova), che gli studenti e i commissari impegnati dovranno subito pensare al colloquio orale, l’ultimo step prima della maturità, le cui date sono stabilite dalle singole commissioni.
Il colloquio, ovviamente, non rappresenta una novità, ma lo è la modalità che dovrà seguire questo, che in questi mesi ha aperto un ciclone di polemiche infinite.
ScuolaZoo ha condotto un sondaggio tramite il suo canale Instagram e il 70% dei Maturandi hanno risposto che la cosa che più li terrorizza della nuova Maturità è l’introduzione delle tre buste all’Esame Orale: da quest’anno infatti gli studenti non saranno più chiamati a presentarsi con una tesina, ma dovranno affidarsi alla sorte “pescando” un argomento scegliendo una fra tre buste all’interno delle quali troveranno dei documenti dai quali partirà poi il colloquio dell’esame orale.
Lo stesso Ministro ha provato nei giorni scorsi rassicurare i ragazzi: “Per la prova orale, grazie alle buste, il meccanismo è più semplice e trasparente. Rassicuriamo i maturandi: dentro non ci saranno domande astruse, ma spunti già oggetto di studio durante l’anno! Nessuna richiesta ‘fuori programma’”
Per il colloquio orale, cioè per l’ultima prova, la commissione proporrà ai candidati di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi.
Il colloquio si svolgerà secondo diversi momenti:
• Sorteggio di una tra tre buste contenente ciascuna determinati materiali per creare un discorso interdisciplinare;
• Esposizione dell’elaborato multimediale o della tesina scritta sulla propria esperienza di alternanza scuola-lavoro;
• Domande su nozioni di “Costituzione e Cittadinanza” in base al programma svolto durante l’anno;
• Visualizzazione e commento delle prove scritte corrette.
I materiali di partenza sono predisposti dalle stesse commissioni, nei giorni che precedono l’orale, “tenendo conto del percorso didattico effettivamente svolto dagli studenti descritto nel documento che i Consigli di classe consegneranno come ogni anno in vista degli Esami”.
Ci saranno materiali che forniranno uno spunto per l’avvio del colloquio. Un testo poetico o in prosa, un quadro, una fotografia, un’immagine tratta da libri, un articolo di giornale, una tabella con dei dati da commentare, un grafico, uno spunto progettuale, una situazione problematica da affrontare.
I materiali delle buste già scelte dai candidati non potranno essere riproposti in successivi colloqui. La durata del colloquio? Per i tecnici ministeriali non deve essere superficiale, ma non troppo lungo (massimo 60 minuti).
Cosa, invece, non potranno contenere le buste? Secondo i tecnici del Miur non devono esserci domande, serie di domande, argomenti, riferimenti a discipline.
Cambia anche il voto finale, che resta espresso in centesimi: il credito scolastico vale fino a 40 punti (non più 25). I restanti 60 punti spettano alla commissione (che potrà integrare di 5 il voto complessivo per chi ha almeno 30 crediti): massimo 20 per ciascuno dei due scritti, e massimo 20 per l’orale, dove si tratterà anche dell’esperienza dell’alunno “on the job”. Per essere promossi servono almeno 60 punti. Per la lode ci vuole l’unanimità.
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