Giovedì 21 maggio, alle ore 13, la Commissione Cultura, presso l’Aula della Commissione Affari costituzionali, ha proseguito l’audizione della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sulle iniziative per fronteggiare l’emergenza epidemiologica in corso.
Tra gli aspetti affrontati, l’esame di Stato per i candidati esterni, che, ricordiamo, potranno sostenere l’esame preliminare in presenza solo dopo il 10 luglio, mentre il colloquio della maturità si svolgerà a settembre, in sessione straordinaria. Decisione, questa, che ha sollevato molte critiche da parte dei candidati interessati, i quali hanno evidenziato una discriminazione rispetto ai candidati interni, oltre che evidenti difficoltà per le iscrizioni alle Università, i cui test, spesso, si svolgono già a fine agosto.
“La decisione di seguire una tempistica diversa – ha detto la Ministra – è dettata dalla necessità della commissione di dover procedere con tutti gli elementi utili ai fini di una corretta valutazione finalizzata all’ammissione per il conseguimento del titolo.
Sarebbe stato oggettivamente povero di elementi valutativi, nonché discriminante nei confronti degli interni, valutati di continuo nel corso del triennio considerato, un esame preliminare basato esclusivamente su prove condotte per via telematica, ancor di più se pensiamo alle prove da condurre in laboratorio richieste esplicitamente dal titolo in via di conseguimento”.
“La configurazione dell’esame di Stato per i candidati esterni – ha continuato Azzolina – corrisponde a quella prevista per i candidati interni. Tali soggetti sosterranno poi la prova d’esame nella sessione di settembre”.
“In tal senso, al Senato, in sede di discussione del DL 22/2020 – ha concluso – si sta lavorando insieme al fine di consentire loro di partecipare con riserva del conseguimento del diploma sia ai test per l’accesso ai corsi di laurea sia ai concorsi per i quali detto titolo di studio è richiesto come requisito di partecipazione”.
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