Si cominciano a delineare le modalità di svolgimento dell’Esame di Stato della scuola secondaria, con gli studenti maturandi che dal 17 giugno siederanno in un’aula scolastica e la commissione in un’altra: è questo, infatti, lo scenario che si sta delineando per lo svolgimento dell’unica prova orale dalla durata di circa un’ora.
Il ministero dell’Istruzione, anche per dare indicazioni su le novità da inserire nel Documento del 15 maggio, per il quale comunque non sono previste proroghe, si appresta a breve pubblicare un’ordinanza apposita
Secondo l’agenzia Ansa è pressoché certo che all’esame in presenza sia gli studenti, sia i sei commissari interni, sia il presidente esterno si presenteranno indossando la mascherina: “ma è probabile poi che, sedendo ad una certa distanza, lo studente potrà togliersela per svolgere più agevolmente il colloquio orale che dovrebbe durare circa un’ora”.
Inoltre, tutti quanti, come anche il personale in servizio in quelle scuole, avranno a disposizione il gel disinfettante.
L’ordinanza è attesa con molto interesse dai dirigenti scolastici, perchè spetterà a loro, anche in qualità di presidenti di commissione, organizzare le aule d’esame e fornire istruzioni precise, conseguenti a quanto deciso dall’amministrazione centrale, anche sulla disposizione dei banchi e sui distanziamenti minimi sempre da rispettare.
A questo proposito, Paola Serafin, a capo dei dirigenti sindacali della Cisl Scuola, ha detto che “sono necessari una serie di modelli organizzativi e accorgimenti che richiedono tempo: ogni giorno di attesa è un giorno perso”.
Come spetterà ai presidenti di commissione organizzare la “sorveglianza” dell’aula dove verrà collocato lo studente maturando: per legge, infatti, non potrà essere lasciato solo, anche se i commissari saranno collegati in un’altra aula.
Quindi, lo studente potrebbe essere “controllato a vista” da un docente o da un collaboratore scolastico.
Oppure, si potrebbe dare possibilità a parenti ed amici dell’esaminando di assistere al colloquio (ovviamente anche loro rigorosamente in mascherina). In caso negativo, invece, si potrebbe dare loro la possibilità di essere collegati con la videocamera, come i commissari, ovviamente solo come uditori.
Impazienti sono pure i “presidenti delle Province che devono organizzare gli esami nei 7.300 istituti superiori della Penisola che sono, appunto, di competenza provinciale”.
Il presidente dell’Upi, Michele De Pascale, ha detto di condividere “assolutamente la scelta di far svolgere in presenza gli esami di maturità e abbiamo posto al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina il tema di come attrezzare le aule. Occorreranno interventi rapidi per garantire la sicurezza ad alunni e personale scolastico nei 7.400 edifici delle scuole superiori”.
Le province sarebbero pronte: “mancano solo le indicazioni del Governo su quali protocolli adottare: per questo abbiamo chiesto al Ministro Azzolina e alla viceministra Ascani un incontro urgente”, ha sottolineato De Pascale.
“L’organizzazione prevederà il divieto di assembramenti all’esterno delle scuole, né di studenti né di parenti dei maturandi”.
E sarà di fatto compito dei collaboratori scolastici “vigilare in tal senso”.
I motivi della concentrazione di troppe persone, però, non dovrebbero esserci: ogni giorno, a partire sempre da mercoledì 17 giugno, verranno esaminati 5-6 ragazzi al massimo”.
Sul fronte della valutazione degli studenti maturandi, dopo avere appurato che in fase di ammissione dovrà in qualche modo essere valutata anche la didattica distanza svolta negli ultimi tre mesi, è ormai scontato che “il colloquio varrà meno dei 60 punti di solito assegnati alle tre prove dell’esame e avrà maggior peso il curriculum dello studente nei cinque anni di studio superiore”.
Il “peso” che le commissioni daranno all’unica prova d’esame, quindi, dovrebbe attestarsi tra i 40 e i 50 punti: anche questo sarà chiarito dalla imminente ordinanza che il dicastero dell’Istruzione si appresta ad inviare a tutti gli uffici scolastici e ai dirigenti a capo degli istituti interessati.
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