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Maturità 2020, ecco come cambieranno due prove su tre: Fioramonti non si sottrae alla tradizione italica

Nessuno stravolgimento della maturità: ad annunciarlo alla ‘Tecnica della Scuola’ il mese scorso in anteprima era stato il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. Ora è arrivata l’ufficialità. “La mia idea di scuola è quella di non cambiare ma di mantenere. Evitiamo che ogni ministro che si siede al ministero cambi qualcosa”, ha dichiarato giovedì 21 novembre sempre il numero uno del Miur in videochat con il portale Skuola.net. Due importantissime novità, tuttavia, verranno apportate. E non si tratterà di modifiche da poco.

Torna il tema di Storia

La prima è il ritorno a pieno titolo, come disciplina autonoma, del tema scritto di Storia. È un “primo passo di un percorso per rafforzare lo studio di questa disciplina nelle scuole di ogni ordine e grado”, ha spiegato Fioramonti, accogliendo così in poche settimane l’appello rivolto per rispristinare la Storia della senatrice a vita Liliana Segre.

“Ho voluto ascoltare la voce dei docenti” e il tema storico tornerà “nella prima prova scritta della maturità: sarà nella seconda tipologia di tracce, obbligatoriamente come una delle opzioni”, ha spiegato ancora il ministro “grillino”.

A questo, si aggiunge l’addio alle tre buste, con estrazione, dell’esame orale. Così, attraverso apposita Circolare, la sperimentazione “bussettiana” che va in soffitta nello stesso anno in cui è stata introdotta.

Saranno queste le sole due modifiche all’esame di Stato. “Non ci saranno altri cambiamenti alla maturità”, ha assicurato il responsabile della Scuola, spiegando che “il decreto ufficiale con le materie e quant’altro uscirà come sempre a inizio anno”.

Le buste della discordia

Per Fioramonti, quel sistema non meritava di andare avanti, perché simile a una “roulette” e fonte di “nervosismo” per gli studenti.

La Commissione esaminatrice, ha spiegato “manterrà una serie di materiali che serviranno a far partire l’esame. Ma, anziché sorteggiarli come in una lotteria si sapranno prima quali saranno gli argomenti scelti. Che verranno proposti agli studenti per far iniziare l’orale. Quei materiali saranno a disposizione degli studenti prima dell’inizio dei colloqui”.

Il titolare ha aggiunto che non vuole più che “l’esame di Stato sia un motivo di stress. Questo non fa bene a nessuno. Gli studenti devono andare all’esame fieri della propria preparazione. Non vogliamo trabocchetti”.

Eliminando le tre buste, “ci sarà un sistema più trasparente, che rasserena la commissione e mette lo studente a proprio agio”.

Insomma “non voglio che l’esame di Stato diventi una corsa al massacro. Gli studenti devono sapere che l’unica cosa che serve è la preparazione”.

In linea col passato

Comunque la si metta, la maturità cambia ancora una volta fisionomia. In linea con il passato, con una sorta di tradizione “italica”, che vuole il ministro di turno mettere mano agli esami più importanti dei cicli scolastici, alla fine anche Fioramonti, sebbene avesse premesso il contrario, si è dato da fare per mutarne gli assetti.

E non sono mutamenti da poco, non di certo attuati con il “cacciavite”, come avrebbe detto (e forse fatto) l’ex ministro democratico Giuseppe Fioroni: perché si vanno a modificare in modo sostanziale due delle tre prove d’esame dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo.

Anzi, per dirla tutta, si torna all’antico: quando non c’erano buste e la Storia aveva la sua traccia. Come dire: tanto cambiare, per non cambiare nulla.

Alessandro Giuliani

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