Lo aveva già annunciato in precedenza. Lo ha ribadito anche nel corso dell’audizione presso le Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato tenutasi il 5 novembre: la traccia di Storia alla maturità verrà ripristinata. Parola di Lorenzo Fioramonti, ministro dell’Istruzione.
L’intenzione del nuovo Ministro è comunque chiara: nessuna rivoluzione per l’esame di Stato, come riferito anche ai microfoni della Tecnica della Scuola, anche se però la Storia, dopo un anno di assenza, torna fra le tracce delle prove scritte della maturità.
Fioramonti aveva già spiegato come sarà reintrodotta la traccia di Storia: “Siamo riusciti a reintrodurla sotto la prova di tipo B, che prevede l’analisi e la produzione di un testo argomentativo. La nostra nuova clausola dispone che una delle tre tracce incluse nella prova di tipo B sia obbligatoriamente dedicata alla storia. Prima la commissione poteva scegliere se dedicare le tracce alla storia o alla filosofia, alla letteratura o all’arte. Adesso la storia non è più facoltativa, ma diventa obbligatoria”.
Eppure, il rischio che la traccia di storia torni ad essere la “Cenerentola” tra quelle proposte è alto. Negli ultimi anni, infatti, era stata scelta, in media, dal 3% degli studenti.
L’assenza della traccia storica ha scatenato un vero e proprio movimento lo scorso anno, con tantissimi intellettuali scesi in campo contro la scomparsa di un tema molto importante, come Andrea Giardina e Andrea Camilleri.
Anche il critico Aldo Grasso aveva commentato negativamente l’assenza della storia dalla maturità.
Ma la voce più importante fu quella della senatrice Liliana Segre, che lanciò un appello proprio per far ritornare la Storia nelle tracce dell’esame di Stato: “Io mi sono sempre occupata di memoria. Ma memoria e storia vanno insieme. Da trent’anni rendo testimonianza sulla Shoah nelle scuole, e vedo la fatica che talvolta fanno i professori per contestualizzare il mio racconto”, diceva qualche mese fa.
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