Nessuna proroga: il documento del 15 maggio dell’Esame di Stato 2019/20 va presentato nei termini canonici, come se le scuole fossero aperte. Rispetto ad alcune notizie circolate nei giorni scorsi, in cui si paventava un possibile slittamento della pubblicazione di tale documento agli inizi di giugno, il ministero dell’Istruzione smentisce qualsiasi possibile ritardo e assicura che tutti i Consigli delle quinte classi della secondaria di secondo grado pubblicheranno puntualmente il Documento come accade oramai dal lontano 1999.
La consegna, quindi, andrà portata a termine, nonostante la sospensione delle attività didattiche imposta dall’emergenza sanitaria: un blocco che, ricordiamo, in alcune aree del Paese ha interrotto la didattica in presenza dal 22 febbraio, e dal 5 marzo in tutta Italia, con la didattica che è andata avanti, attraverso la volontarietà di tanti docenti, scesi in prima linea garantendo il diritto allo studio con la didattica distanza.
Nonostante il grave disagio, si è dunque deciso di riunire nei prossimi giorni i Consigli di classe a distanza, in modo così da redigere il Documento del Consiglio di classe da pubblicare entro il 15 maggio 2020.
In vista dell’esame di maturità, c’è da ricordare che il documento di metà maggio contiene le relazioni collegiali dei docenti sulle rispettive classi, relazioni che mettono in luce i metodi didattici adottati dagli insegnanti, i programmi svolti nel corso dell’anno scolastico e i criteri di valutazione, corredati da griglie disciplina per disciplina.
Il documento, successivamente, sarà poi pubblico e visionabile da chiunque – anche dalle famiglie degli studenti – sul sito web di ogni scuola secondaria.
Considerando la novità dell’introduzione della didattica a distanza attivata quest’anno nelle scuole, resa poi obbligatoria a partire dall’8 aprile scorso, molti docenti si stanno chiedendo cosa scrivere nel documento rispetto la parte di programma effettuata a distanza: questa, infatti, non sempre ha potuto raggiungere tutti gli studenti, e nemmeno è stato sempre possibile verificare il livello di apprendimento acquisito, con tanto di valutazioni, attraverso le prove scritte tradizionali o con i colloqui in presenza.
A questo proposito, nel testo del 15 maggio ci sarebbero da pubblicare i criteri di valutazione utilizzati in presenza, ma anche quelli utilizzati a distanza ed essere sicuri che le valutazioni realizzate a distanza abbiano giuridicamente la stessa legittimità di quelle fatte fino al 5 marzo in presenza (il MI su questo aspetto è invitato ad esprimersi).
C’è chi sostiene, su tale punto, che il ministero con Ordinanza ministeriale debba dare indicazione di considerare, sempre all’interno del documento del 15 maggio, i programmi didattici svolti a distanza come facoltativi e non strettamente obbligatori: questo, eviterebbe, infatti, possibili contenziosi in caso di valutazioni negative sugli argomenti svolti a distanza e richiesti ai candidati in sede di esame.
In un’Ordinanza ministeriale di prossima uscita potrebbe essere invece più probabile che venga specificato quale sarà la valutazione massima del credito di ammissione all’esame di Stato 2019/2020, e la consistenza massima della valutazione dell’unica prova che sembra si svolgerà in sede di esame.
Tra le altre cose, non è ancora dato sapere se l’esame del colloquio orale sarà svolto in presenza o se si svolgerà l’esame a distanza.
In campo ci sono varie ipotesi che andrebbero a riguardare una possibile riconversione del credito scolastico degli ultimi tre anni. Tenuto conto che assegnare 60 punti su 100 ad una sola prova che potrebbe essere svolta anche a distanza, potrebbe sembrare un’esagerazione, si sta ipotizzando di dare un massimo di 60 punti al percorso dell’ultimo triennio con il credito scolastico convertito e un massimo di 40 punti al colloquio, oppure fare 50 e 50.
Certamente, si tratta soltanto di ipotesi, ma al ministero dell’Istruzione è stata insediata una task force che sta lavorando anche su queste possibili novità specifiche per la maturità 2020.
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