In un precedente articolo ci siamo occupati delle misure previste dal Decreto Scuola, di prossima pubblicazione in Gazzetta ufficiale, in merito a come saranno gestiti gli esami per i candidati esterni.
Per la Maturità, in particolare, il decreto prevede che, se il rientro a scuola sarà (com’è ormai quasi assodato) dopo il 18 maggio, o comunque, pur rientrando prima, sarà impossibile per ragioni sanitarie sostenere gli esami in presenza, l’Ordinanza ministeriale che sarà emanata disporrà l’eliminazione delle prove scritte e la sostituzione con un unico colloquio, articolandone contenuti, modalità anche telematiche e punteggio per garantire la completezza e la congruità della valutazione, e dettando specifiche previsioni per i candidati esterni.
Il comma 7, dell’art. 1, prevede poi che i candidati esterni svolgeranno in presenza gli esami preliminari al termine dell’emergenza epidemiologica e sosterranno l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo nel corso della sessione straordinaria, che si svolge normalmente a settembre. Saranno comunque garantite modalità omogenee di svolgimento degli esami di Stato rispetto ai candidati interni.
Il fatto di spostare gli esami nella sessione straordinaria produrrà, inevitabilmente, delle ripercussioni anche sulle iscrizioni alle Università, considerato che i test di ammissione agli Atenei sono di norma fissati, in alcuni casi, anche ad agosto.
Ci scrive in proposito Giuseppe Renda, uno studente privatista, che si pone delle legittime domande: “Nel caso in cui non si dovesse tornare a scuola prima del 18/05, noi privatisti ci vedremmo costretti a svolgere gli esami preliminari solo al termine dell’emergenza, dunque in data assolutamente sconosciuta. Inoltre, vedremmo la nostra maturità rimandata a settembre, e così non avremmo la possibilità di iscriverci alla maggior parte dei corsi post diploma. La ministra ha dichiarato di non sapere quando potrà terminare l’emergenza, dunque come fa a dire per certo che noi a settembre potremo fare l’esame di maturità? E se questa situazione dovesse protrarsi dopo settembre?”.
Ricordiamo che nel 2019 la sessione straordinaria si è svolta dal 18 settembre. E quindi, se non ci dovessero essere proroghe da parte delle Università, questi studenti potrebbero restare fuori.
Il nostro lettore solleva anche un’altra questione: “la ministra continua a citare l’articolo 4 della
costituzione, dicendo che nessuno verrà lasciato indietro, e invece ci sta lasciando indietro, noi privatisti rischiamo di non avere un futuro. Chiediamo pertanto di essere trattati come tutti gli studenti d’Italia, che seppur con valutazioni non sempre sufficienti, sono ammessi all’esame”.
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di svolgere gli esami di ammissione all’esame, anziché in presenza, in modalità telematica, opzione che peraltro è prevista come extrema ratio per il colloquio dei candidati interni. E che potrebbe essere dunque estesa anche ai privatisti, per consentire loro di svolgere la Maturità nei tempi normalmente previsti.
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