A pochi giorni dalla prima prova della maturità 2022 (lo scritto di italiano il prossimo 22 giugno), mentre il ministero dell’Istruzione lavora all’aggiornamento dell’apposita sezione del sito, i rappresentanti degli studenti, Tommaso Biancuzzi (Rete degli studenti medi) e Luca Redolfi (Unione degli studenti) durante la diretta di Tecnica risponde Live del 31 maggio, tornano a contestare il nuovo Esame di Stato, accusando il ministro Bianchi di avere promesso incontri che non ci sono mai stati.
“Incontrare Bianchi? Noi siamo sempre disponibili, ma è Bianchi che ha difficoltà a parlare con noi,” così Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli studenti medi. “Ci ha convocato dopo le piazze di febbraio e ci ha promesso una serie di incontri successivi che non ci sono mai stati. La maturità in sé si porta dietro questioni didattiche e valutative che andrebbero studiate: una didattica da svecchiare, una valutazione estremamente punitiva, cose da sistemare ce ne sarebbero nella maturità,” dichiara il coordinatore, e conferma quanto contestato al ministro nei mesi scorsi: l’ordinanza 65 sarebbe “un’occasione mancata per rivedere tutto il sistema degli Esami di Stato”.
Quanto al Pcto, sempre Tommaso Biancuzzi dichiara: “Scegliere di dare un ruolo al Pcto all’interno dell’esame di Stato, all’indomani della morte di due studenti, probabilmente è stato un errore. Cosa chiediamo? Di accantonare il Pcto e costruire un nuovo rapporto tra scuola e società. Ascoltare gli studenti non significa accogliere le loro proposte e documenti per lasciarli nel cassetto all’infinito”.
Luca Redolfi, dell’Uds, rincara la dose: “Il ministro non vuole un reale dialogo, mostrando un comportamento immaturo, a proposito di esame di maturità – ironizza – . Ci rimanda sempre a riunioni successive che non convoca mai, un’ipocrisia, da parte del Ministro. Dopo la morte di due ragazzi noi pensiamo che non ci siano scusanti, il Ministro deve assumersi la responsabilità politica di quanto accaduto”.
Come andrebbe effettuata una reale educazione alle competenze? “Si investa nei laboratori nelle scuole e si investa sulla sicurezza sul lavoro, ma soprattutto studenti e studentesse devono stare al di fuori dei meccanismi di produzione,” esorta Luca Redolfi.
“La scuola – conclude – deve assumere un ruolo trasformativo rispetto alla società, deve essere un laboratorio di cambiamento, non deve subire le pressioni che le arrivano”.
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