Cosa cambia sul fronte del Pcto (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) nel nuovo esame di Maturità 2022 anche alla luce dei drammatici eventi di cronaca relativi alla morte dello studente friulano al suo ultimo giorno di stage? L’orientamento del Ministero è quello di mantenere le stesse indicazioni dell’anno scorso, il che significa non aumentare il peso del Pcto ai fini della valutazione finale dell’esame, dato che in pandemia gli studenti potrebbero avere avuto difficoltà a frequentare in presenza tali percorsi; e probabilmente dato che, a maggior ragione in questi giorni, in molti hanno assunto una posizione critica se non polemica nei confronti di questo strumento formativo.
Nella nuova ordinanza ministeriale (al vaglio del CSPI) leggiamo che lo svolgimento dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento non costituiranno requisito di accesso alle prove.
Si tratta di una delle deroghe rispetto agli anni della pre pandemia, mentre rispetto alla maturità dello scorso anno, il provvedimento resta uguale, segno che anche questo prossimo esame di Stato non rappresenta del tutto un ritorno alla normalità.
L’anno scorso, tuttavia, era possibile anche non raggiungere il monte ore richiesto per il Pcto, mentre nel nuovo comunicato del Mi questo ultimo punto non è ancora chiaro.
In quale fase dell’esame i ragazzi potranno giocarsi la carta del Pcto? Nel colloquio. È previsto, infatti, che durante la prova orale il candidato argomenti, con una breve relazione o un lavoro multimediale, le esperienze fatte nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento.
In altre parole il Pcto non sarà requisito di accesso all’esame ma concorrerà alla valutazione finale del candidato, nell’ambito dei 20 punti massimi attribuiti alla prova orale. Sui criteri della valutazione sempre il comunicato del MI chiarisce infatti che:
Sul tema del Pcto e della sua utilità il nostro vice direttore Reginaldo Palermo, ha intervistato il dirigente Vincenzo Caico, del Liceo Buonarroti Monfalcone (GO), chiedendo lui se all’Esame di Stato scorso gli studenti abbiano parlato con piacere e interesse delle proprie esperienze o se invece abbiano vissuto il Pcto come un adempimento quasi burocratico.
“Nei ragazzi traspare in maniera molto evidente se quella esperienza è stata arricchente o meno – spiega il dirigente scolastico – lo si vede dal modo con cui parlano di quell’esperienza nei dieci minuti che la prova dedica al Pcto”. L’entusiasmo o la partecipazione con cui gli studenti commentano il loro percorso rivelano gli esiti del percorso stesso.
“Tutto dipende dalla cura con cui è stata progettata quell’attività e dalle competenze che effettivamente quell’esperienza ha permesso di sviluppare” conclude il Ds.
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