Intervenuto a Radio Cusano Campus, nel consueto angolo del direttore, Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, ha parlato delle tracce della maturità nel primo giorno di esami:
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“L’impressione è che si tratti di una decisione presa dal Ministro insieme agli esperti per non mettere troppo in difficoltà gli studenti. La linea intrapresa è questa perché è stato riscontrato un mix tra tradizione e stretta attualità. Le tracce di letteratura riguardano due classici, come direbbero gli studenti, “facili” sui quali si può spaziare e ci si può soffermare. Poi abbiamo molta attualità, riferimenti al Covid, alla musica. Direi che la scelta del Ministero è stata appositamente impostata per non creare troppe problematiche ai 540mila studenti che hanno affrontato la prova. Probabilmente la difficoltà è stata capire dentro sé stessi qual era quella più adatta alle proprie competenze, conoscenze e capacità. Tutto sommato alla fine si è andati molto incontro agli studenti”.
Ma a fare notizia è stato anche un maturando di Enna che si è presentato agli esami con una maglietta con la scritta ‘La scuola italiana fa schifo’:
“Sicuramente va apprezzato il coraggio. Il ragazzo ci ha messo la faccia facendo passare un messaggio così importante e severo nel giorno della maturità, non è da tutti. Poi non entra nei dettagli della critica, fa un po’ un mix di problematiche non affrontate e in gran parte condivisibili. Il riferimento al mancato miglioramento della scuola in occasione del Covid ci sta tutto, l’abbiamo sempre detto. Il periodo della gestione Azzolina c’è stata molta attenzione, dopodichè la scuola è tornata a quello che era prima, a tappare i buchi, a lavorare sulle emergenze però siamo fermi a scuole con strutture, con organici, con organizzazione ferme”.
Infine il decreto 36:
“Nelle prossime ore verrà votato in Senato – afferma Giuliani – da quanto ci risulta non verrà mutato più di tanto. C’è stato sul filo di lana un recupero della Carta del docente che rimarrà intatta fino al 2024. I tagli dovrebbero essere scongiurati almeno in parte, però l’impianto base rimane soprattutto sugli incentivi che andranno a premiare con circa 2-3mila euro ogni tre anni non oltre il 40% dei docenti. I concorsi diventano più snelli, veloci ma anche un pochino più complessi e impegnativi, si richiedono dei crediti formativi. La vera assunzione avviene dopo un periodo di prova al termine del quale si devono svolgere determinate verifiche. Queste novità non sono quelle che chiedevano i sindacati e i docenti”.
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