Gentili lettori,
è veramente complicato scrivere ancora di scuola in questo clima di assoluta confusione e grande stress per presidi e, soprattutto, docenti.
Nelle scuole ormai da un mese è difficilissimo fare didattica perché ai motivi che già conosciamo (mascherine, distanziamento assente e finestre spesso aperte in pieno inverno), se ne sono aggiunti altri, dati dall’alto numero di alunni positivi, costretti a casa con classi che ormai sono solo gruppi disomogenei per tipologia di partecipazione alle lezioni.
Classi con ragazzi in dad, alunni a distanza ma da semplici uditori e altri difficoltosamente in presenza! E i docenti, non si sa come, a seguire tutti!
Il Ministro, da bravo politico, fa finta di niente e anzi non perde occasione per dire che va tutto bene.
Intanto alle scuole si destina, come sempre, pochissimo rispetto a quello che occorrerebbe e, in tale ottica, ci stanno benissimo le mascherine ffp2 verde acqua, ovviamente non per tutti, piccole e con gli elastici attaccati con la spillatrice…
Nelle classi disastrate il Ministero consente, ai fini dell’organizzazione didattica, distinzioni tra alunni vaccinati e no, mandando a monte qualsiasi idea di inclusività, con i docenti che proprio in questi giorni, si vedono obbligati, ovviamente fuori orario di servizio e senza retribuzione, a corsi di formazione proprio sul tema dell’inclusione!
Recentemente il CSPI ha espresso parere negativo sull’organizzazione dei prossimi esami di stato, sbandierata con orgoglio da Bianchi come definitivo ritorno alla normalità.
Ebbene, il Consiglio ha bocciato l’idea del Ministro col ritorno alle due prove scritte, giustificando nei fatti le legittime proteste degli alunni, penalizzati negli ultimi tre anni da una didattica mista del resto condannata a più riprese dallo stesso Governo.
Ora c’è da attendere se il Ministro, dopo aver ignorato nel recente passato le richieste d’aiuto di docenti e presidi, almeno riesca ad ascoltare ed accogliere il parere illustre del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Ovviamente temo si tratti dell’ennesima vana attesa.
Come è ovvio che i docenti siano tutti dalla parte dei ragazzi anche perché solo noi possiamo sapere in quali difficoltà ci siamo ritrovati per organizzare uno straccio di lezione negli ultimi tre anni scolastici.
Dino Bocchetti
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