Il ritorno a un esame di maturità quasi classico, con due prove scritte e una prova orale? “Con sorpresa lo abbiamo appreso dai giornali e dalla televisione, era nell’aria ma non c’era nulla di scritto, né conferenze di servizio da parte del ministero, quindi saperlo dai giornali ci ha spiazzato, così come ha spiazzato i ragazzi”. Protesta la dirigente scolastica del Liceo Righi di Roma, Cinzia Giacomobono, nell’ambito della nostra diretta della Tecnica della Scuola Live. Clicca sul video per ascoltare la dirigente.
“Certo, ci daremo da fare e ci organizzeremo – continua la dirigente – ma riteniamo che questa cosa doveva essere messa sul tavolo sin dall’inizio dell’anno scolastico, per dare ai ragazzi il tempo di prepararsi adeguatamente alle due prove”.
Una prova riformata ma non rivoluzionata
Vuole offrire un messaggio più rassicurante il dirigente Giorgio Cavadi (CPIA Palermo 2), esperto della Tecnica della Scuola, che nel corso della diretta dichiara: “Noi siamo anche quest’anno nell’alveo di un esame di Stato riformato, ma ricordiamoci che questa riforma è già partita nel 2018/2019, tanto è vero che i quadri di riferimento per la prima e la seconda prova sono gli stessi. Questo dovrebbe rassicurare – argomenta il dirigente -perché conosciamo già i nuclei delle discipline, la caratteristica della prova è già descritta, abbiamo gli obiettivi della prova uguali per tutti, e questo garantisce uniformità”.
Insomma, non c’è nulla da inventare, i binari su cui scorrerà l’esame sono oliati e funzionanti.
E conclude: “Capisco l’impatto emotivo della novità, ma non c’è nessun tipo di rivoluzione, comunque ci ritroviamo in un anno ponte, c’è un tentativo di ritornare alla normalità, ma il percorso è già tracciato, incardinato in un perimetro rassicurante che è quello dei quadri di riferimento, che danno gli attrezzi per costruire la seconda prova”.