L’anno scolastico è da poco terminato: c’è chi pensa alle vacanze, chi come trascorrere il tempo rendendosi utile in famiglia o per gli altri, chi è alla ricerca di un qualcosa di positivo per non sciupare il tempo e, purtroppo, chi, fra non molto, dovrà rimettersi sui libri a studiare per l’eventuale recupero di un debito o debiti formativi.
Ognuno ha il suo dovere. Non c’è che dire!
Ma non per tutti la scuola è terminata. Anzi proprio ora viene richiesto il massimo impegno. Ci sono gli Esami di Stato conclusivi del secondo ciclo della scuola secondaria superiore da affrontare il cui inizio è fissato il 22 giugno.
Quest’anno, dopo due anni di pandemia, si ritorna alla situazione pre-covid anche se con la differenza nella composizione della commissione: tutti commissari interni ad esclusione del Presidente.
Inutile nascondere di un po’ d’ansia tipica di questo periodo d’attesa.
Si tratta di due prove scritte di cui la prima elaborata, a livello nazionale, dal Ministero e la seconda
preparata, quest’anno, dalla commissione. E, alla fine, il colloquio davanti alla commissione che ascolta mettendo a proprio agio il candidato cercando di favorire il dialogo e creando le condizioni che permettono ad ognuno di esprimere il meglio.
Appare evidente, allora, che ciascuno nell’ambito del proprio ruolo cercherà di rendere proficuo questo momento che segna una tappa importante nella crescita.
Una prova della vita, dunque, a cui ne faranno seguito altre, altrettanto importanti da affrontare con la determinazione del: “Non bisogna mai arrendersi”.
Giovanni Todeschini
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