In questi giorni imperversano le polemiche sulla prova di italiano della maturità 2022, rispetto alla quale la traccia su Verga sembrerebbe essere stata formulata in modo discutibile, dal momento che – sostengono i detrattori della prova – la novella Nedda sarebbe stata presentata come un’opera verista, al contrario di quanto sostengono gli ultimi assunti della critica.
Contesta, ad esempio, uno studente salernitano, riprendendo le parole del noto critico letterario Romano Luperini: “Da ormai mezzo secolo, gli studi critici hanno dimostrato che l’opera Nedda non ha alcun riferimento al Verismo. La letteratura, infatti, ci insegna chiaramente che il Verismo in Italia nascerà con Vita dei campi e I malavoglia, circa 5 anni dopo. Nella novella indicata dal Ministero manca il requisito fondamentale del Verismo: l’impersonalità. A seguire, il linguaggio non è quello popolareggiante del Verismo, ma quello del tardoromanticismo nella sua variante lacrimosa e filantropica. Si tratta di un linguaggio fiorentineggiante e ispirato al manzonismo. Insomma gli studenti sono stati chiamati a dimostrare l’indimostrabile – lamenta il candidato facendo proprie le argomentazioni di Luperini nel suo blog – e a inventarsi non solo un testo che non c’è, ma anche ad asserire e a dimostrare una falsità“.
Il punto di vista dello studente salernitano (e di Luperini) è condivisibile, tuttavia ci sentiamo di dovere aggiungere qualche considerazione per maggiore completezza e precisione.
Sulla questione condividiamo infatti il pensiero di Nicola Puorto, docente di Italiano in una scuola secondaria superiore di Anzio. Ci spiega il professore Anzio: “Questa ambiguità c’è perché mentre in passato, sui testi in cui abbiamo studiato noi adulti, Nedda veniva nominata come la prima novella Verista, in seguito questo assunto è stato ritenuto falso, lo studente quindi ha ragione: di fatto la critica oggi parla di proto-verismo o di pre-verismo in quanto ci sono degli elementi rintracciabili nel testo che alludono alla svolta verista,” senza tuttavia rappresentarla in pieno.
Ad esempio, chiarisce il professore Puorto: “Nella novella si parla dell’aiuto che arriverà a Nedda da suo zio, accenno alla religione della famiglia, all’ideale dell’ostrica, al rimanere legati ai parenti altrimenti si naufraga. E a fare naufragare è sempre il destino, il destino degli ultimi, dei poveri, dei vinti. Ma Verga parlerà esplicitamente di vinti solamente qualche anno dopo – continua il professore – in questa novella ci sono le caratteristiche non tanto di un verismo, ma di un appassionato amore per gli ultimi, per i poveri. Il linguaggio è davvero fiorentineggiante. Vi è un regionalismo, ma non siciliano. In altre parole, esiste una questione siciliana, viene messa in luce (Nedda è una raccoglitrice di olive) ma ancora l’autore risente della lezione più fiorentina che non siciliana”.
“Quindi alcuni elementi del verismo ci sono, ma manca lo straniamento, manca l’impersonalità, manca l’oggettività, addirittura in un passaggio Verga prende le difese della ragazza, cosa che sarebbe assurda in una visione verista e quindi, mancando tutto questo, la novella perde quella cesura con il passato; e al contrario rimane legata agli schemi tardo romantici. Le critiche insomma hanno motivo di esserci”.
Dunque il ministero ha commesso un errore? Non necessariamente. Ribadisce infatti l’esperto: “Non mancano totalmente gli elementi veristi, tanto più che la traccia non afferma che Nedda sia un’opera verista, ma semplicemente chiede di rintracciare degli elementi veristi, solamente quegli elementi che realmente ci sono. E del resto, uno studente così preparato da comprendere che Nedda non è pienamente una novella verista, fatta questa considerazione nella traccia della maturità, si rivelerebbe un attento conoscitore di Verga e di certo conseguirebbe il punteggio massimo nella prova di italiano, qualsiasi professore gli darebbe il massimo, anche solo per avere formulato un’idea del genere”.
Comprensione e Analisi
Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.
Interpretazione
Il tema degli “ultimi” è ricorrente nella letteratura e nelle arti già nel XIX secolo. Si può affermare che Nedda sia la prima di quelle dolenti figure di “vinti” che Verga ritrarrà nei suoi romanzi; prova a collegare e confrontare questo personaggio e la sua drammatica storia con uno o più dei protagonisti del Ciclo dei vinti. In alternativa, esponi le tue considerazioni sulla tematica citata facendo ricorso ad altri autori ed opere a te not
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