Attualità

Maturità 2022, sarà come quella dello scorso giugno? Probabile. Bianchi: stiamo valutando. I presidi: fate presto

Sulle modalità di svolgimento del prossimo esame di maturità è ancora tutto possibile, ma si sta valutando con attenzione il modello attuato lo scorso mese di giugno, quando durante la prova unica orale ogni candidato ha anche discusso i contenuti di un suo elaborato inviato ai suoi docenti entro lo scorso 31 maggio con commissari tutti interni ed il solo presidente esterno, quindi proveniente da un altro istituto. A ricordarne le modalità è stato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: intervenendo in videocollegamento ad un dibattito organizzato Bologna con gli studenti del Liceo Malpighi sul tema “E’ un Paese per giovani?” nell’ambito del Festival Francescano 2021, il numero uno del Ministero ha confermato il suo apprezzamento su come si è svolta la maturità 2021 e quindi la possibilità concreta che il modello possa essere bissato il prossimo giugno.

L’apprezzamento per il modello del 2021

“Quest’anno abbiamo scelto una via di cui do un giudizio positivo – ha detto Bianchi -. Abbiamo detto che la maturità va predisposta attraverso un dialogo tra lo studente e il suo consiglio di classe. Con la definizione di un argomento che lo studente ha più di un mese di tempo per sviluppare, presentando un proprio progetto tre settimane prima alla commissione. Ho visto tesine sviluppate anche con strumenti multimediali molto sofisticati”.

Il ministro: “definiremo in tempo adeguato”

Bianchi, quindi, ha rivolto l’attenzione al futuro: “Noi adesso stiamo valutando questa esperienza come stiamo valutando le esperienze precedenti e definiremo in tempo adeguato, prima di quanto avveniva negli anni passati, le modalità di svolgimento dell’esame di maturità di quest’anno.”

Agli studenti del quinto anno delle superiori ha chiesto di non avere “paura. Capisco che chi ha svolto questo ciclo di studi lo ha fatto in una situazione molto difficile però non è domandando degli sconti che andiamo incontro al bisogno di crescita dei ragazzi. Ci sarà un esame che sarà di maturità. Della verifica di quanto questa esperienza educativa ha permesso di dire abbiamo finito quella fase della nostra crescita che coincide con l’adolescenza”.

Il ministro dell’Istruzione ha quindi parlato del nuovo modo di intendere la formazione. “La scuola – ha osservato – deve essere sempre più il modo in cui tutti sono in grado di usare tutti gli strumenti della propria epoca e non di esser usati. Penso al telefonino, al computer, cioè all’intelligenza artificiale. Ma bisogna farlo con capacità critica. Bisogna saper leggere l’attualità. Quando studi filosofia, devi entrare con capacità critica nel dibattito vax no vax. Ma sei fortunato di poter usare la lettura critica che parte da Kant che non è un libro da mettere nella biblioteca. È lo strumento concettuale con cui puoi affrontare il mondo di oggi”.

Giannelli (Anp): non si aspetti maggio

L’idea di confermare il modello di maturità del 2021 non sembra dispiacere ai presidi: secondo Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, bisogna fare in fretta e non decidere a poche settimane dall’inizio delle prove del 2022.

Secondo il leader di Anp, ripetere l’esame di maturità con le modalità di quest’anno, con l’elaborato consegnato a maggio e un maxi-colloquio, “è una possibilità. Bisogna vedere che strada prenderà la pandemia, se riusciremo dominarla. Però non si può aspettare maggio per parlarne, potremmo prendere una decisione verso Natale. Non vorrei che i ragazzi pensassero da ora che la maturità debba andare come l’anno scorso”.

Certo, Giannelli auspica anche “una valutazione a 360 gradi” sulla riforma dell’esame di maturità, senza però pensare di stravolgere gli esiti prodotti da ogni studente nel quinquennio: “C’è chi ritiene che dopo cinque anni il giudizio finale non dovrebbe discostarsi molto da quello che dei docenti” hanno prodotto nel corso del percorso di studi.

Giannelli ha quindi ricordare che non si deve nemmeno trattare di una formalità, visto che “l’esame di Stato è previsto dalla Costituzione”.

Infine il sindacalista ha detto l’esame finale di Stato delle superiori ha “un significato per i ragazzi: è un rito di passaggio all’età adulta”.

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Alessandro Giuliani

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