Nella giornata di ieri, 22 giugno, abbiamo pubblicato la lettera di sfogo di un maturando 19enne di un liceo di Enna a noi inviata che si è presentato alla prima prova della maturità 2022 con indosso una maglietta con scritto “La scuola italiana fa schifo”.
La protesta singolare del ragazzo ha fatto il giro del web. In molti hanno criticato il gesto, mentre altri ne hanno lodato il coraggio e si sono detti d’accordo con lui. Ognuna delle due parti ha esposto le proprie ragioni. Risulta interessante andare a fondo e cercare di comprendere le argomentazioni di chi si è espresso a proposito commentando sotto il nostro post di Facebook che ha riportato la notizia.
Non sono mancati grossi attacchi al ragazzo in questione. Un’utente, Patrizia, ha totalmente condannato il gesto: “Io da genitore non avrei mai permesso ad un figlio un simile oltraggio verso un’istituzione. Vergognoso! La scuola è un luogo sacro dove si imparano l’educazione e la cultura. Un gesto ignobile! Un’offesa a tutti quei ragazzi che nel mondo lottano per ottenere un minimo di istruzione”, ha scritto.
Della stessa linea è Ileana: “A volte, gli studenti non sono da meno: quando è così, è doppiamente responsabile la scuola che non è riuscita a dare loro nessun tipo di insegnamento”.
Luca lamenta la presenza, nel gesto del ragazzo, solo del lato “distruttivo“: “Dov’è la parte costruttiva su come arginare questo schifo? È scritta sulla schiena?”, si chiede in modo ironico.
Un commento che ha raggiunto molti consensi è quello di Sara, una docente che non è assolutamente d’accordo con l’intenzione del giovane, che accusa. “Se è arrivato fino a quel livello, significa che non gli fa poi tanto schifo. A meno che non intendesse affermare ‘se anch’io sono arrivato fino qui, allora la scuola italiana fa proprio schifo’. Un utente ha fatto eco a queste parole con tono polemico: “Bello il tuo commento Sara, infatti ormai si può dire che hanno la promozione nel cassetto da ottobre”.
La stessa Sara pensa che il maturando avesse solo l’intento di diventare popolare: “Ha voluto soltanto fare scena e recuperare qualche “like” sui social network. Sono altri i giovani che hanno davvero il coraggio di esprimere le proprie idee”.
Tra chi ha commentato sono in molti coloro che si sentono di lodare il giovane. Giorgia ha sbottato scrivendo che i bisogni dei ragazzi vanno ascoltati di più: “Ma noi adulti non sappiamo proprio accettare nulla dai ragazzi vero? Se non protestano sono apatici, se protestano indisponenti. Non possiamo criticarli se noi stessi gli stiamo dando zero a livello formativo ed educativo….Ma invece di criticarli sempre provate un po’ di capire e di farvi capire…ma non lo fate e sapete perché…perché come vi direbbero loro è troppo sbatti fra…”.
Un’utente, Cristina, sottolinea che la provocazione è stata fatta con coraggio dal ragazzo, che si augura diventi insegnante: “Ha avuto il coraggio di dirlo. Speriamo che qualcuno colga questo messaggio e personalmente mi auguro che lui diventi un’insegnante, perché con il suo coraggio potrebbe essere un ottimo insegnante”.
Della stessa linea è Brunella: “Ma mai a metterci in discussione e farci domande costruttive! Sempre sul pulpito. Sempre giudicati. Evidentemente il ragazzo è contro un sistema che anche a mio avviso non funziona, vecchio e obsoleto con una didattica ancora prettamente trasmissiva. Con classi di 30 studenti dove è realmente impossibile fare bene. Ragazzo davvero coraggioso!!”.
Anche Saraswati è d’accordo con il giovane: “Libertà di pensiero e coraggio di esprimerlo. Una denuncia fatta in un momento preciso come l’esame di maturità. Per me è da apprezzare. Quelli che condannano si sono chiesti i motivi di questo gesto?”.
Monika crede che il gesto dimostri la maturità del ragazzo: “È arrivato a quel traguardo per il suo impegno ciò non toglie che il livello della scuola italiana è basso rispetto ad altri Paesi europei….e augurare a tutti una scuola migliore è sinonimo di motivazione e maturità, chi non ha voglia di apprendere e studiare il problema non se lo pone affatto, anzi !!!”.
Una buona parte delle persone che hanno detto la loro a proposito della protesta non si sente di condannarla né di “promuoverla” a pieni voti. “Una lettera coraggiosa nei contenuti. Delinea, dal punto di vista di un discente, un quadro reale della scuola italiana…io non direi, però, che ‘fa schifo’, bensì che ‘non ha i mezzi necessari per essere all’altezza’ perché i docenti preparati hanno fatto tutto il possibile per sopperire alle carenze del sistema scolastico italiano, per superare le difficoltà della pandemia e per offrire, comunque, una degna formazione agli studenti. Oggi iniziano gli esami di maturità ma la prima a non meritare pieni voti all’esame è la scuola stessa: assurdo paradosso e triste realtà. L’unica vera forza della scuola, oggi, sono i docenti”, dice Antonella.
Per Salvatore il gesto doveva avere altre connotazioni: “È una provocazione. E ci sarebbe tanto da dire…Ma siamo in un social e per le lunghe discussioni non è l’ambiente adatto. Però mi piacerebbe se i ragazzi anche protestando volassero sempre alto. Insomma avrei preferito un richiamo al valore eterno della cultura. Del tipo: Ahi serva scuola, nave senza nocchiere in gran tempesta..”.
Infine, Carla non attacca l’intento ma la platealità del gesto: Non discuto le idee del ragazzo, che in linea generale potrebbero essere condivisibili, ma non condivido i gesti plateali: la scuola (e soprattutto l’esame di stato) non è un social dove acquisire like per diventare popolari”.
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