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Maturità 2022, uno studente su due ha paura di diventare NEET: l’orientamento svolto da soli docenti è giudicato poco utile

Dopo gli esami di maturità e i festeggiamenti per la fine del percorso scolastico per la maggior parte degli studenti arriva, puntuale, l’ansia per il futuro. Sono moltissimi i ragazzi che non hanno idea di cosa fare dopo, se iscriversi all’università, ad un ITS o se cercare un impiego. I maturandi 2022, come dimostra uno studio condotto da Skuola.net in collaborazione con l’agenzia per il lavoro Gi Group, hanno paura di diventare NEET, ossia giovani che non studiano e non lavorano. Purtroppo è proprio questa la situazione in cui si trovano al momento circa 3 milioni di ragazzi italiani tra i 15 e i 34 anni.

Lo studio, che non lascia trasparire uno scenario rassicurante, ha coinvolto 2.500 ragazze e ragazzi delle scuole secondarie superiori, tra cui 800 maturandi. Di questi ultimi, uno su due esprime paura di non trovare lavoro in tempi ragionevoli, né subito dopo il diploma né successivamente.

Purtroppo sembra che le scuole abbiano fallito nell’accompagnare i giovani verso un preciso percorso lavorativo o accademico. Tra questi regna infatti una profonda incertezza: un intervistato su tre dice di avere le idee poco o per niente chiare su cosa fare nell’immediato futuro.

Le scuole italiane e l’orientamento post-diploma

A quanto pare a scuola non si fa abbastanza orientamento: ben 3 diplomandi su 10 dicono di non aver mai svolto alcuna attività del genere nell’intero quinquennio degli studi superiori. Il 29% afferma che l’orientamento è arrivato solo durante l’ultimo anno di scuola. Il 27% dice di aver iniziato a essere coinvolto in queste iniziative dal quarto superiore. Solo poco più di 1 intervistato su 10 è stato informato nel corso dell’ultimo triennio.

Anche nei casi in cui l’orientamento è stato svolto sono sorti problemi di non poco conto. Per il 59% degli studenti i consigli ricevuti sono stati davvero poco utili, se non del tutto inutili. Il motivo? A quanto pare coloro che hanno avuto il compito di informare gli studenti a proposito delle opportunità da valutare dopo il diploma non sarebbero adeguati.

Nel dettaglio, 2 studenti su 5 si sono confrontati con rappresentanti di atenei ed enti di formazione, circa 1 su 4 quasi esclusivamente con i propri docenti. Solo 1 su 5 ha incontrato orientatori e formatori professionisti, e appena 1 su 10 si è confrontato o con rappresentanti del mondo del lavoro o con esperti di selezione del personale. Gli studenti a quanto pare, avrebbero preferito qualcosa di diverso: il 60% avrebbe voluto incontrare esperti di orientamento e formazione, il 44% rappresentanti del mondo del lavoro e il 40% esperti di risorse umane.

La poca informazione a proposito degli ITS

C’è anche un altro dato di cui tenere conto che riguarda un tema molto attuale. Molto spesso agli studenti delle scuole superiori non vengono presentate tutte le alternative tra cui scegliere. Nel maggior parte dei casi, ad esempio, viene menzionata l’università come fosse l’unica strada da intraprendere, tralasciando gli ITS. Sono molti i ragazzi che non hanno nemmeno idea di cosa questi siano. Proprio due giorni fa la Camera ha approvato la riforma degli istituti tecnici, che permette agli ITS di entrare a far parte del sistema terziario di Istruzione tecnologica superiore.

Solo 1 neodiplomato su 4 afferma di averne approfondito l’offerta formativa, mentre il 29% ne ha sentito parlare solo di sfuggita e il 47% li ignora del tutto. E solo meno della metà (43%) li ha conosciuti grazie alla scuola.

Nel dettaglio meno di 3 intervistati su 10 hanno ricevuto informazioni sulle opportunità di lavoro per diplomati, circa 1 su 4 ha affrontato il tema concorsi, solo 1 su 5 è stato introdotto al mondo dell’imprenditorialità e idem per quel che concerne ITS e IFTS. Solo, rispettivamente, il 20% e il 16% ne ha sentito parlare.

Redazione

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