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Maturità 2023: alunna non può fare gli scritti perché residente in zona alluvionata, genitori presentano esposto ai Carabinieri

Com’è noto, nelle scuole delle zone dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione dello scorso maggio la maturità 2023 si è svolta in modo diverso: il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, inizio giugno, ha deciso di abolire gli scritti per facilitare gli studenti, riducendo l’esame al solo colloquio orale.

La delusione della ragazza

In molti, tra studenti e docenti, non hanno gradito la decisione, portando avanti proteste in forma di petizioni e raccolte firme. Come riporta Il Resto del Carlino, una studentessa 19enne di San Mauro Pascoli iscritta ad un istituto di Rimini non ha potuto fare gli esami scritti in quanto residente in una zona alluvionata.

“Io avrei dovuto avere la possibilità di scegliere e avrei voluto fare anche le prove scritte per le quali mi ero preparata tutto l’anno. Soprattutto per la seconda prova scritta che riguarda il mio indirizzo di grafica pubblicitaria. E’ la mia materia preferita e vederla ridotta a una interrogazione di dieci minuti potrebbe sminuire le mie capacità”.

“È un fatto che colpisce entrambi: studenti e professori perché hanno dovuto adattarsi nella mia classe solo per me, mentre in tutto l’istituto siamo una decina. Desidero spiegazioni su tutto questo perché non ho avuto danni, grazie al Cielo, dall’alluvione. Non si può fare di tutta l’erba un fascio. Capisco l’ordinanza del Ministro Valditara, ma ogni caso andava trattato a sé. Non ho chiesto punizioni o provvedimenti contro la scuola dove mi sono trovata sempre molto bene. Io mi rimetto alle disposizioni, ma chiedo di essere dotata di tutta la documentazione ministeriale e/o statale prevista”, ha aggiunto la studentessa.

“Facilitazione che si tramuta in obbligo”

Come riporta Il Corriere della Sera, i genitori hanno riferito che si tratta di “Una facilitazione che però sembra trasformarsi in un obbligo”. Già da lunedì 12 alla studentessa è stato richiesto di compilare un’autocertificazione che attestasse il suo comune di residenza, e quindi confermasse il suo status di ‘alluvionata’. “Abbiamo chiesto spiegazioni alla preside, ma ci è stato detto che non c’è nulla da fare – hanno continuato i genitori – Allora mercoledì scorso abbiamo presentato un esposto ai carabinieri, con l’unico obiettivo di formalizzare questa richiesta farle sostenere le prove scritte”.

Redazione

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