Patrizio Bianchi, ex ministro dell'Istruzione
L’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi non ha preso bene che una delle tracce della prima prova della Maturità 2023 riguardasse la lettera scritta da alcuni docenti ed esponenti della cultura allo stesso ministro durante il periodo della pandemia, nel 2021. Nella lettera si chiedeva all’allora titolare di viale Trastevere di ristabilire l’esame con le vecchie regole (con le prove scritte) per dare l’opportunità agli studenti di effettuare un esame vero.
Non si è fatta attendere la reazione dell’ex ministro del governo Draghi, all’Adnkronos: “Considero inaudito e offensivo nei miei confronti e anche nei confronti dei ragazzi la traccia sulla lettera a me indirizzata. È totalmente fuori luogo. Trovo inaudito che si faccia commentare ai ragazzi un testo che non si sa chi ha scritto, genericamente inviato nel dicembre del 2021 con una frase che dice ‘abbiamo letto sui giornali che lei sarebbe intenzionato a…’. Ma ci vogliamo attenere ai fatti? Gli esami di maturità senza la prova scritta sono quelli al tempo del Covid ed abbiamo comunque garantito a tutti un esame. L’anno successivo siamo stati noi a ripristinare gli esami scritti e tra l’altro con un testo su Pascoli, uno su verga e soprattutto un testo bellissimo della senatrice Segre e un testo di Giorgio Parisi, premio Nobel, e ancora uno di Ferraioli sul pianeta Terra: tutti riferimenti grandi e solidi”.
“Insomma – conclude Bianchi – non si dà nelle prove un testo basato su ‘abbiamo sentito dire che lei sarebbe orientato’, si danno tracce sui fatti. Non c’è stata la prova scritta nell’anno del Covid e siamo stati noi, ribadisco, a ripristinarla”.
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