Messe alle spalle le prime due prove, i 536mila candidati della maturità 2023 si stanno concentrando sul colloquio finale: lunedì 26 giugno – come abbiamo già avuto modo di scrivere – prenderanno il via i primi esami orali, sulla base dei calendari predisposti da ogni commissione.
A dettare la linea cronologica sarà la lettera dell’alfabeto estratta lunedì scorso, il 19 giugno, durante l’insediamento, la cosiddetta “plenaria”, delle 14mila commissioni d’esame. Al ritmo di cinque candidati al giorno, si proseguirà in ordine alfabetico a partire proprio dalla lettera estratta.
Vi sono, tuttavia, diverse “varianti”. Innanzitutto, così come ha deciso il Ministero, per i Comuni alluvionati dell’Emilia Romagna la prova orale sarà l’unica a cui saranno sottoposti i maturandi.
In alcuni corsi di studio, invece lunedì 26 giugno potrebbe essere ancora tempo di “seconda prova”: si tratta, ad esempio, degli studenti dei licei artistici oppure degli istituti alberghieri. In questi casi, infatti, la seconda prova non si limita ad essere un “semplice scritto”, ma si sviluppa attraverso la progettazione, realizzazione, finalizzazione e rendicontazione di un prodotto, con tanto di relazione finale nella quale indicare le scelte e le motivazioni che le hanno prodotte.
In questi casi, la seconda prova (iniziata giovedì 22) ha una durata di tre giorni e laddove non è stato possibile concludere sabato 24 giugno (per scelta della commissione o pià probabilmente per l’impossibilità di tenere aperta la scuola di sabato), allora l’ultimo giorno della seconda prova si svolgerà proprio il 26 giugno.
Per questi studenti, quindi, gli orali prenderanno il via non prima di metà-fine settimana, quindi il 29 o 30 giugno: le commissioni, infatti, prima di iniziare i colloqui conclusivi dovranno avere terminato la valutazione di entrambi gli scritti (che non a caso saranno anche possibile oggetto di discussione e confronto nel corso dell’orale).
Ad iniziare con almeno un paio di giorni di ritardo l’orale, sempre per permettere l’assegnazione del punteggio ad ogni maturando, saranno anche gli studenti che hanno terminato lo scritto sabato 24 giugno.
Come riporta l’agenzia Ansa, il colloquio – che riguarda anche l’insegnamento trasversale dell’educazione civica – è in chiave multi e interdisciplinare: in poche parole, la commissione valuta sia la capacità del candidato di cogliere i collegamenti tra le conoscenze acquisite sia il profilo educativo, culturale e professionale dello studente.
L’orale prenderà il via da uno spunto iniziale (un’immagine, un breve testo, un breve video) scelto dalla Commissione. È la fase dell’esame in cui valorizzare il percorso formativo e di crescita, le competenze, i talenti, la capacità dello studente di elaborare, in una prospettiva pluridisciplinare, i temi più significativi di ciascuna disciplina.
Questi ultimi saranno indicati nel documento del Consiglio di Classe di ciascuno studente. Nell’ambito del colloquio il candidato espone, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale, l’esperienza Pcto (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) svolta nel percorso degli studi.
In coerenza con quanto definito nelle Linee guida per l’orientamento il colloquio dell’esame di Stato – spiega il ministero dell’Istruzione – assume un valore orientativo: data la sua dimensione pluridisciplinare, mette il candidato in condizione di approfondire le discipline a lui più congeniali. Per questo motivo, la commissione d’esame tiene conto delle informazioni inserite nel Curriculum dello studente: da qui emergono, infatti, le esperienze formative del candidato nella scuola e nei vari contesti non formali e informali.
Nella parte del colloquio dedicata ai Pcto, tenuto conto delle criticità determinate dall’emergenza pandemica, lo studente può evidenziare il significato di questa esperienza in chiave orientativa e, quindi, può collegarla con le proprie scelte future (sia che comportino la prosecuzione degli studi sia che prevedano l’inserimento nel mondo del lavoro).
Nello scrutinio finale il consiglio di classe attribuisce il punteggio per il credito maturato nel secondo biennio e nell’ultimo anno fino a un massimo di quaranta punti: dodici punti per il terzo anno, tredici per il quarto anno e quindici per il quinto anno.
La valutazione sul comportamento concorre alla determinazione del credito scolastico. Il voto finale dell’Esame di Stato è espresso in centesimi così suddivisi: massimo 40 punti per il credito scolastico massimo 20 punti per il primo scritto, massimo 20 punti per il secondo scritto, massimo 20 punti per il colloquio.
La commissione può assegnare fino a 5 punti di “bonus”, ma solo per chi ha conseguito un punteggio medio alto alle prove e 30 crediti relativi all’ultimo triennio.
Dalla somma di tutti questi punti risulta il voto finale dell’Esame. Il punteggio minimo per superare l’esame finale è 60/100; il massimo è ovviamente 100/100.
C’è la possibilità della lode ma solo per gli studenti che avranno raggiunto il massimo delle valutazioni e dei crediti: a raggiungerla, ogni anno, sono poche migliaia di studenti, con il numero totale comunque in continua crescita.
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