Quest’anno l’Esame di Stato torna a svolgersi secondo la struttura del periodo pre-pandemia:
Latino al Liceo classico, Matematica al Liceo scientifico, Economia Aziendale per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”, Progettazione, costruzioni e impianti per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”; queste sono alcune delle discipline scelte per la seconda prova scritta della Maturità 2023 in base al decreto ministeriale n. 11 del 25 gennaio 2023.
Le Commissioni d’esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e tre interni all’istituzione scolastica.
È prevista una terza prova scritta in alcuni indirizzi di studio (sezioni EsaBac, EsaBac techno, sezioni con opzione internazionale, scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e scuole con lingua d’insegnamento slovena e bilingui sloveno/italiano del Friuli-Venezia Giulia).
La Flc Cgil fornisce alcune valutazioni del sistema adottato per quest’anno scolastico. Secondo il sindacato il credito maturato nel secondo biennio e nell’ultimo anno di corso assume un vincolo notevole nella determinazione del voto finale, sottovalutando l’elemento di crescita e di maturazione delle studentesse e degli studenti nella complessa fase adolescenziale tra i 15 e i 18 anni. L’introduzione del Curriculum extrascolastico dello studente può essere apprezzabile se costituisce uno strumento per la rappresentazione organica delle esperienze scolastiche e formative realizzate dagli studenti durante il triennio finale delle scuole secondarie di II grado, ma se utilizzato ai fini valutativi nel colloquio rischia di diventare una misura discriminatoria e pedagogicamente errata, perché dà valore alle differenze e disuguaglianze che, inevitabilmente, provengono da esperienze extrascolastiche maturate in contesti familiari, sociali, culturali ed economici estremamente diversi. Rispetto alla prova orale, proprio nell’ottica di offrire alle studentesse e agli studenti che affrontano l’esame di “maturità”, un’occasione di apprendimento significativo in funzione dell’autoverifica, sarebbe opportuno tornare ad un colloquio che prende avvio dalla predisposizione di un elaborato multidisciplinare. Permangono le contrarietà già espresse relative alla obbligatorietà dei PCTO (al momento ancora sospesi per un anno), sui quali si sta conducendo una approfondita analisi in un tavolo di lavoro già iniziato tra ministeri e sindacati, che potrebbe portare a importanti modifiche.
Il requisito obbligatorio della partecipazione alle prove INVALSI ci ha sempre visti contrari, poiché riteniamo che la valutazione del sistema non vada confusa con la valutazione degli apprendimenti che compete alle scuole, ai gruppi dei docenti, ad ogni singolo insegnante. Peraltro, l’utilizzo di questi test anche in contesti estranei all’analisi del sistema, è diventata sempre più pervasiva e pericolosa.
L’esperienza della pandemia non ha cambiato nulla nell’approccio pedagogico a questo importante appuntamento nella vita dei nostri giovani, il Ministero ha riavvolto il nastro a “quel che era prima”. La FLC CGIL considera necessario, dopo quel che abbiamo attraversato, un complessivo ripensamento dell’attuale modello di insegnamento/apprendimento che mal si adatta a promuovere e diffondere la cultura di una didattica inclusiva. Sarebbe opportuno avviare un ragionamento a monte degli esami di stato conclusivi e, seguendo il passo di un ampio dibattito che si è aperto nella categoria e tra i pedagogisti, ragionare di valutazione formativa nella scuola secondaria per promuovere e sviluppare, nei docenti e negli alunni, le capacità di riflessione, autoanalisi e autoregolazione.
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