“Gli esami sono vicini” cantava Antonello Venditti in Notte prima degli esami, la canzone che per generazioni accompagna la vigilia degli esami di Stato. E proprio per questa occasione, alcuni scrittori hanno voluto dare un loro piccolo supporto ai maturandi, dando consigli tutt’altro che scontati, riportati da Repubblica.
Stefania Auci, autrice della saga I leoni di Sicilia, suggerisce di aiutarsi a vicenda: “Un consiglio che mi sento di dare ai ragazzi è: aiutatevi. Siate solidali. Date una mano a chi è in difficoltà. E non dimenticate, per gli scritti, di fare una buona colazione e di portarvi dietro comfort food zuccherati: cioccolato, succhi di frutta. Niente caffè, sarete già nervosi, ma mai a stomaco vuoto. Infine, e lo dico da mamma di un maturando, tenete a mente che l’esame è importante ma non è quello della vita. Ce ne saranno tanti altri, che non passano dalla scuola e non hanno una data certa. Sarà comunque un momento indimenticabile. Divertitevi”.
L’insegnante e scrittrice Gaja Cenciarelli suggerisce di “ripetere, riconoscere, memorizzare: diminuisce l’ansia da prestazione, diminuisce le possibilità di fallire, diminuisce la confusione”. E aggiunge: “Chiudersi in casa, studiare fino a tardi, dimenticare il mondo: aumenta l’ansia da prestazione, aumenta le possibilità di fallire, aumenta la confusione. Continuate a stare nel mondo, perché la scuola si nutre di esperienze”.
Enrico Galiano, scrittore e insegnante, reduce dal suo “disastroso” esame di maturità (fuori tema alla prima prova, foglio in bianco alla seconda e lite con un prof esterno all’orale) dice a chi deve affrontare l’esame: “È un esame importante, certo, ma non dategli più peso di quello che ha, in prospettiva. Parafrasando Mark Twain: sappiate che fra vent’anni nessuno di voi si pentirà di quello che ha fatto all’esame di maturità, ma di tutto quello che non ha fatto dopo, del tempo buttato via senza un senso, delle decisioni non prese per paura o per poca fiducia in sé. Per cui andate, date il meglio di voi, ma ricordate che la vita vera comincia domani”.
La scrittrice Felicia Kingsley fa leva sull’attualità: “Inutile mettersi a studiare tutto il programma in quindici giorni. Così come fidarsi dei pronostici sul toto autore: tanto non si azzecca mai. Nei giorni che vi separano dalla prova, allenatevi a parlare con frasi un po’ più articolate. Anche la forma ha la sua importanza. E leggete i quotidiani: tenetevi aggiornati su quello che succede nel mondo. Allenatevi a ragionare”.
La giovane scrittrice e booktoker Rita Nardi, che si è diplomata l’anno scorso, consiglia: “Non studiate fino allo svenimento il giorno prima: arrivereste senza energie. Alla vigilia, riposate, fate una passeggiata. Quel che è fatto è fatto. Io, la notte prima, ho rivisto il film Notte prima degli esami col mio fidanzato. È stato tenero e rilassante. Beh, sì, poi alla fine è andata bene: massimo dei voti e lode”.
Infine, l’insegnante e scrittrice Valentina Petri dà un piccolo incoraggiamento: “Sul momento non mi è sembrata granché, la Maturità. Ma a ripensarci due cosette me le ha insegnate. Mi ha insegnato che le cose non vanno quasi mai come ti dicono che dovrebbero andare. Che se ti capita una cosa difficile non è detto che non si possa affrontare. Che bisogna puntare sulle cose che ci piacciono, non su quelle che pensiamo possano andare bene agli altri, almeno sbagliamo lo stesso ma con cognizione di causa. Che le previsioni del tempo non ci azzeccano mai e che il numero con cui si esce è soltanto un numero e pazienza se ne volevamo un altro. Quindi, ragazzi che state per affrontare la prima Maturità del Grande Dopo, quella con i due scritti e le commissioni esterne per metà, sappiate che può andare meglio o peggio del dovuto, che può essere prevedibile o deludente, scandalosamente ingiusta o assolutamente fortunata, ma una cosa è certa. Non è la fine del mondo, non è la fine di niente. È soltanto un inizio”.