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Maturità 2023: il 14% dei candidati non sa quando sarà la prima prova, 1 su 3 crede che tra le tracce ci sia ancora il tema storico

La maturità 2023 è alle porte. Il prossimo 21 giugno, dopodomani, inizieranno gli esami, con la somministrazione della prima prova scritta. Secondo uno studio di Skuola.net, però, tra gli studenti interessati regna un po’ di confusione. Ecco i dati che sono stati raccolti.

Molta confusione e rischio di malintesi

Qualche giorno fa abbiamo raccontato la tragicomica vicenda relativa ad uno studente di terza media che non si è presentato scuola il giorno della prova scritta in quanto pensava dovesse svolgere solo il colloquio orale. In quel caso a scoprire il malinteso è stato lo stesso dirigente scolastico che, insospettitosi, si è addirittura recato a casa dell’alunno per poi trovarlo in pigiama, assonnato, convinto che quel giorno non dovesse andare a scuola.

A quanto pare, però, questo potrebbe non essere l’unico caso del genere: secondo i dati raccolti da Skuola.net analizzando un campione di 650 maturandi, 1 su 2, ad esempio, non conosce la struttura della prima prova e solo 2 su 3 sanno che il secondo scritto, quello “di indirizzo”, sono consapevoli della materia su cui verterà la seconda prova.

C’è un preoccupante 14% che di fatto ancora non sa di preciso la data in cui inizierà la maturità, ovvero il prossimo 21 giugno. Circa il 35% – quindi uno studente su tre – crede che tra le tipologie di prova ci sia ancora il tema storico (abolito invece dalla maturità 2019).

Poca chiarezza su ogni aspetto dell’esame

Per quanto riguarda la seconda prova la situazione non cambia più di tanto: anche qui quasi 1 maturando su 5 non sembra allineato sull’inizio dei lavori (fissato per il 22 giugno). Inoltre, appena 2 maturandi su 3 hanno percepito il ‘regalo’ di Valditara, ossia di incentrare la prova su una sola materia di indirizzo (e non più due come vorrebbe la normativa vigente). Di contro, il 26% è convinto di potersi trovare di fronte a due materie caratterizzanti, mentre secondo il 15% del campione le materie vengono decise dalla commissione in sede d’esame.

E il colloquio? Il 10% non sa che inizierà a partire da un materiale – documento, testo, foto, ecc. – presentato dalla commissione, il 4% non si aspetta una valutazione sulle competenze di Educazione Civica, mentre il 6% ignora di essere tenuto a relazionare le esperienze svolte in PCTO.

Confusione anche per quanto riguarda il punteggio finale: circa 1 su 5 non sa che prima prova, seconda prova e colloquio orale avranno lo stesso valore (20 punti al massimo). E le cose vanno solo leggermente meglio quando parliamo della dotazione dei crediti scolastici: a sapere che il massimo ottenibile nel corso del triennio è 40 punti sono più di 2 studenti su 3. Quasi tutti (l’85%), per fortuna, hanno compreso che la Commissione d’esame sarà “mista”, composta da tre docenti interni e tre esterni (con un presidente anch’esso esterno).

Redazione

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