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Maturità 2023, il messaggio del ministro Valditara agli studenti: “Non è il giudizio divino e i commissari non sono inquisitori”

“L’Esame di Stato non è la prova finale, non è il giudizio divino. E i commissari non sono degli inquisitori”: lo dice il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ai microfoni della Tecnica della Scuola a poche ore dalla Maturità 2023 al via il 21 giugno alle 8,30 con la prova di italiano.

In una videointervista, il titolare del dicastero bianco si rivolge direttamente ai 521.015 studenti candidati interni e 14.993 esterni: “Ragazzi, quello che dovete fare sono due scritti tradizionali e un colloquio. Durante l’orale dovrete dimostrare quello che avete assimilato, in termini di contenuti e di metodo”.

Il ministro ha rassicurato i maturandi che a valutarli saranno commissari e presidenti ben coscienti della situazione generale vissuta nell’ultimo triennio: “Non troverete dall’altra parte degli inquisitori. I commissari – ha sottolineato Valditara – sanno che dovranno cercare di cogliere quel grado di maturazione che i ragazzi hanno saputo raggiungere: quanto hanno assimilato del percorso, soprattutto dell’ultimo anno”.

“Sarà quindi – ha sottolineato il ministro – un colloquio che dovrà essere vissuto con estrema tranquillità, senza che la sua attesa privi del sonno 500.000 ragazzi italiani”.

Valditara ha confermato che “occorre riportare la serenità nelle scuole: credo molto in questo messaggio, soprattutto dopo il Covid: dopo gli anni traumatici che abbiamo vissuto, le tensioni e anche il disagio che i ragazzi hanno espresso a seguito della reclusione domestica prima e dell’assenza di quel percorso di umanizzazione che la scuola rappresenta”.

Secondo il ministro dell’Istruzione e del Merito, quindi, occorre “riportare la serenità nelle scuole. Questo è un messaggio molto importante. E poi, di conseguenza, è ovvio che anche l’Esame di Stato va vissuto in questo modo”, ha concluso il titolare del dicastero di Viale Trastevere.

Alessandro Giuliani

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