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Maturità 2023, mamma single 19enne si diploma con il minimo da privatista: “Per me quel voto vale centomila”

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Un’altra ragazza neomamma si è diplomata alla maturità 2023 e ha raccontato la sua storia e il suo percorso, stavolta ai microfoni de La Repubblica. La 19enne, di Torino, è una mamma single ed è riuscita, anche se con il minimo, da privatista, a raggiungere il traguardo della maturità, tra tante difficoltà.

“Essere una mamma dà molta forza. Da mamma single quella forza è immensa e bisogna solo riuscire a incanalarla per raggiungere i nostri obiettivi e sogni. Per me era diplomarmi, la cosa migliore per me e per mio figlio, per dargli un futuro migliore. Così ho deciso di sostenere l’esame da privatista, anche grazie ai docenti che mi hanno spiegato che era una possibilità. Mi sono diplomata con il minimo indispensabile ma sono ugualmente molto fiera, in altre circostanze sarebbe stato diverso, lo so, ma per me quel voto vale centomila”, ha detto la giovane, il cui bimbo, che l’attendeva fuori dalle aule quando ha sostenuto le prove d’esame, ha solo 10 mesi. “È la mia forza più grande e in quel momento ne avevo bisogno. Sapere che mi stava aspettando fuori, durante ogni prova, mi ha dato la spinta per dare il meglio di me”, ha aggiunto.

Ecco le sue peripezie: “Ho frequentato il quinto superiore fino a maggio a Trieste, città dove avevo scelto di trasferirmi da sola e studiare, come se fosse l’anno all’estero. A poche settimane dalla fine, ho però deciso di ritirarmi perché vivevo una situazione problematica personale legata anche alla mia percezione di sicurezza, così sono tornata a Torino da mia madre per la maturità. Sapevo che saremmo stati solo io e mio figlio quindi avrei avuto bisogno di un po’ di aiuto. I primi tre mesi sono stati tosti, l’organizzazione con me stessa e con il bimbo, non è stata una passeggiata. All’inizio lo studio non era il primo pensiero ma dovevo concludere questo ciclo. Ho trovato dei professori disponibili che mi hanno accompagnato nel sostenere l’esame da privatista, la soluzione migliore visto che ho allattato il bambino fino a pochi mesi fa e non potevo frequentare. Li ringrazio perché ho avuto questa opportunità che potrebbe aiutare tante persone, non solo chi vive la mia situazione”.

“Troppi pregiudizi in Italia”

La ragazza ha intenzione di andare a lavorare fuori dall’Italia: “Sono stata molto giudicata perché sono madre a 19 anni, non tanto dai miei coetanei quanto dalla generazione prima, quella dei miei genitori. Mi vedono come una bambina, senza le proprie idee o la capacità di fare delle scelte in modo consapevole. All’estero le persone sono più aperte, non ti chiedono se sei la baby sitter quando vai al supermercato o ti guardano male. A Torino mi sono sentita molto giudicata e criticata e non vorrei che mio figlio cresca in questo contesto. Al di là del giudizio, possiamo fare tutto. L’ho capito solo dopo un po’ ma è così, ho tutte le possibilità davanti. E le hanno le ragazze che vivono una situazione simile alla mia”.

“Ho scelto il tema di attualità sull’attesa ai tempi di WhatsApp perché dopo aver atteso nove mesi chi meglio di me poteva capirlo. Mesi in cui ho sono stata spesso da sola e ho scritto molto, a volte i pensieri è più facile scriverli che dirli ad alta voce, e con quel tema ho avuto l’opportunità di dire la mai anche all’esame. Questo mi ha reso felice, non solo per il voto: al tema infatti ho preso venti su venti. All’orale invece ho parlato di Trieste, degli autori legati alla città che amo e dove ho deciso di festeggiare la maturità tornando a salutare i miei amici. Poterlo fare è come se mi avesse permesso di chiudere un percorso”, ha concluso.

Un’altra neomamma supportata dalla scuola

All’indomani della prima prova abbiamo raccontato una storia simile, relativa a una studentessa neomamma che si è presentata in aula portando in braccio la figlia di appena due mesi: è accaduto all’Istituto di Istruzione Superiore ‘San Benedetto’ di Cassino, nel corso di diploma Made in Italy. L’alunna è diventata mamma ad aprile ed ha affrontato il tema di italiano portando in aula la carrozzina con tutto il necessario per la bimba: dal biberon con il latte al cambio dei pannolini.

A tranquillizzare la studentessa ci hanno pensato la dirigente scolastica e praticamente tutto il personale scolastico: dalle docenti alle assistenti che non hanno perso d’occhio la carrozzina nemmeno un secondo. La bimba ha dormito per quasi tutta la durata del compito della mamma, che ha potuto consegnare in tutta tranquillità il suo elaborato.