Proprio oggi, 21 marzo, giornata mondiale della Sindrome di Down, si ha notizia a proposito di una ragazza di 19 anni, di nome Nina Rosa Sorrentino, che sarebbe stata esclusa dall’esame di maturità del prossimo giugno da un liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna, il Sabin. Lo riportano Ansa e La Stampa.
Facciamo ordine. Il liceo non avrebbe assecondato la richiesta della famiglia della ragazza, avanzata all’inizio del triennio, di cambiare il Pei, (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati (che alla fine del quinquennio fa ottenere solo un attestato di competenze) a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Era favorevole invece il parere della neuropsichiatra infantile del gruppo di lavoro.
Da qui la decisione di ritirarsi da scuola tre mesi prima dalla maturità, l’unica soluzione che la famiglia ha trovato per non far perdere alla figlia la possibilità di riprovarci l’anno prossimo a essere ammessa all’esame di Stato.
“Il futuro di nostra figlia ora è in sospeso, ma per lei vogliamo puntare al massimo delle sue possibilità. È un suo diritto”, hanno detto i genitori a Fanpage.it, criticando la scuola secondo cui la maturità per Nina sarebbe stata troppo “stressante”.
“Il perché è quello che ci tormenta. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci. Cercheremo un’altra scuola da settembre disposta a sostenere nostra figlia in una programmazione personalizzata verso l’esame di Maturità. Per noi è importante che su queste tematiche si faccia un passo avanti, non solo per Nina, ma per tutta la società”.
“Abbiamo anche proposto che venisse bocciata – ha detto il padre, come riporta La Repubblica – in modo che Nina avesse un anno in più per prepararsi e la beffa è stata che ci è stato detto che le linee guide della scuola sono contrarie alla bocciatura di ragazzi certificati. Peccato che se Nina non fosse stata ritirata da scuola entro il 15 marzo, a fine anno avrebbe ricevuto l’attestato di competenze e per cimentarsi nell’esame di Maturità avrebbe dovuto ricominciare daccapo, a settembre, dalla prima superiore. Perdendone cinque di anni”.
La notizia sta facendo discutere. A commentarla è stata anche Paola Frassinetti, Sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, che ha detto: “Sulla studentessa con la sindrome di Down alla quale è stata negata la possibilità di sostenere l’esame di maturità, e pertanto costretta a ritirarsi dal Liceo a cui era iscritta, non è certo l’esempio della scuola dell’inclusione alla quale ci ispiriamo. Portare una studentessa con disabilità a cambiare scuola è un episodio grave. La scuola deve utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per permettere ai ragazzi diversamente abili di poter realizzare il proprio percorso scolastico, nonché di poter crescere e formarsi, affrontando le prove che la vita ci pone davanti” queste le sue parole.
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