La Rete degli Studenti Medi continua ad attaccare il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Stavolta il nocciolo della questione è la modalità con cui si svolgerà la maturità 2023, così come è stato deciso dal ministero fine dicembre scorso.
L’esame di stato, quest’anno, sarà in sostanza uguale al periodo antecedente allo scoppio della pandemia da Covid-19: tornano, quindi, i tre docenti componenti esterni; due scritti con le tracce decise da Viale Trastevere, il colloquio finale multidisciplinare; i 60 punti massimi derivanti dalle prove finali e i 40 derivanti dalla media dei voti e dalle esperienze svolte nell’ultimo triennio. Ma soprattutto tornano le prove Invalsi, che diventano requisito di ammissione alle prove, così come deciso nel 2017.
Questa decisione non è andata giù a molte parti, tra cui l’associazione studentesca, che domani, 13 gennaio, farà sentire la propria voce con una protesta davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione e del Merito: “Una scelta inaccettabile, un vero e proprio ritorno al passato di fronte al quale gli studenti sono pronti a mobilitarsi” – ha dichiarato Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli Studenti Medi.
Questo si aspettava innovazioni che, a suo dire, non sono arrivate: “La pandemia ha sconvolto le vite di ognuno di noi. Per questo l’uscita dalla fase della didattica a distanza doveva coincidere con strumenti nuovi, nuovi percorsi capaci di stimolare gli studenti, un nuovo modello di Scuola. Purtroppo tutto questo non è avvenuto”.
Ed ecco l’ennesimo attacco al modus operandi di Valditara e alle polemiche che si sono sollevate a proposito di alcune sue affermazioni: “Il Ministro sembra sempre fare solo passi indietro: proponendo un’educazione improntata all’umiliazione, una Scuola ‘pacificata’ e priva di dialogo con gli studenti, un esame incapace di valutare correttamente il loro percorso”.
“Saremo davanti al MIUR, domani, 13 gennaio, dalle ore 15:00, per protestare contro il modello di Scuola del Merito del Ministro Valditara. Per protestare contro un esame di Stato che costituisce un vero ritorno al passato. Per far sentire la nostra voce e chiedere un nuovo modello di Scuola. Saremo allo stesso tempo davanti alle scuole con striscioni, flashmob e assemblee in tutto il Paese, perché le Istituzioni ci diano risposte chiare. Quest’esame è un ritorno al passato, inventiamo il futuro!”, ha concluso Notarnicola.
La Rete studenti Milano, proprio ieri, ha messo in atto una protesta proprio contro la sede dell’Inail, dopo la decisione di negare il risarcimento alla famiglia di Giuliano De Seta, il giovane morto durante il suo percorso di alternanza scuola lavoro. Vernice rossa (simbolo del sangue versato dalle vittime sul lavoro) nella targa dell’istituto e una scritta “Vergogna” sull’asfalto.
“Le tre morti che si verificano ogni giorno sul lavoro non sono morti bianche, ma posseggono dei mandanti ben precisi: da Confindustria a Mario Draghi, dall’Inail a Valditara, tasselli – hanno dichiarato gli studenti – che compongono il mosaico di un sistema ora più che mai schiavo del profitto e del tutto disinteressato al capitale umano utilizzato per generarlo”. Di fronte a queste frasi il ministro ha subito fatto pubblicare un comunicato in cui ha annunciato di aver intenzione di querelarne i responsabili.
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