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Maturità 2024, gli strafalcioni: Stretto di Gargamella e Giovanni Pascoli pittore, un docente non riconosce Freud

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Come ogni anno il portale Skuola.net ha fatto una carrellata dei principali strafalcioni commessi, nelle prove scritte e orali della maturità 2024, dagli studenti. La raccolta è stata fornita da chi ha assistito alle prove. Ecco quali sono.

Uno studente, durante il suo colloquio orale, alla domanda “Come si chiama il braccio di mare che collega il Mar Egeo al Mar di Marmara?”, avrebbe risposto, convinto: lo “Stretto di Gargamella”, l’acerrimo nemico dei Puffi. Il luogo in questione è, chiaramente, lo “Stretto dei Dardanelli”.

Proseguendo nel bestiario della Maturità 2024, ci si imbatte anche in una ragazza che ha aperto all’ipotesi che il
regime fascista già all’epoca sfruttasse il marketing per promuoversi, rivolgendosi a una grandeazienda italica per “brandizzare” le sue giovani leve. Secondo lei, infatti, i balilla in realtà si chiamavano “barilla”.

Che dire, infatti, di quel maturando che ha reso “estiva” la Marcia su Roma, spostandola dal 28 ottobre al 28 giugno 1922. O di quello che ha sottolineato come l’Italia, nel periodo tra il ‘39 e il ‘45 “era sotto l’influenza Comunista”. O, ancora, di quell’altro che ha sostenuto che le Foibe – le formazioni carsiche utilizzate dai partigiani jugoslavi per far sparire le loro vittime – furono un metodo di tortura tipico della Prima Guerra Mondiale (e non della Seconda). Oppure di una ragazza che, parlando dell’Olocausto, ha ricordato come gli ebrei venissero deportati nei campi di “concentrazione”, mente un’altra ha individuato nei “russi” i responsabili dello sterminio. Sarà la stessa che ha parlato di un “Mussolini comunista”?

Maturità 2024, gli strafalcioni in storia e letteratura

La brusca anticipazione dei fatti storici, già in parte passata in rassegna, è stata un fenomeno abbastanza diffuso durante gli orali di quest’anno. L’elenco è ricco. Il metodo del Blitzkrieg (la guerra lampo)? “Tipico del primo conflitto mondiale” ha risposto un candidato, ma era una specificità della Germania nazista ai primordi della Seconda Guerra Mondiale. Le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki? “Uno degli atti conclusivi della guerra del ‘15-’18” ha ribattuto un altro, peccato che furono invece sganciate nel ‘45. Il Muro di Berlino? “Crollato nel 1948”…ma non era l’89?

E la galleria degli errori non è finita qui. Chi ha scritto la “Divina Commedia”? Risposta ovvia, forse, ma non per chi ha esclamato: “Garibaldi”, come avvenuto l’anno scorso. Il “Decameron”? Per qualcuno sarebbe l’opera simbolo di Dante Alighieri. “Se questo è un uomo”? Capolavoro di Italo Calvino. Giovanni Pascoli? Pittore. Mentre Verga, oltre a essere stato, per un maturando, esponente del “Progressismo” e non del “Verismo”, per un altro avrebbe costruito buona parte della sua produzione attorno all’ideale “della cozza” e non dell’ostrica.

I docenti non sono immuni

Non può, poi, essere assente il grande classico di ogni Maturità che si “rispetti”, cioè il D’Annunzio “estetista”, per assimilazione con la corrente dell’Estetismo. Lui che, casomai, era un “esteta”. E, infatti, si è ripresentato puntuale all’appuntamento, rovinando il colloquio di più di un maturando.

Immancabili gli errori “filosofici”. Tra chi sostiene che la teoria del “Superuomo” sia di Sigmund Freud e non di Friedrich Nietzsche e chi ricorda che il concetto di “Noumeno” in epoca moderna sia stato utilizzato da Karl Marx e non da Immanuel Kant.

Ma gli strafalcioni non sono stata un’esclusiva degli studenti: anche i professori hanno vacillato. È il caso, per dire, di un commissario d’esame che non ha saputo riconoscere l’iconica foto del suddetto padre della psicoanalisi – Freud – utilizzata come spunto di partenza del colloquio. O di un’altra docente che si è resa artefice di una sorta di “revisionismo scientifico”, affermando che “le centrali nucleari funzionano a combustione”. Per inciso, non era la sua materia.