In questi giorni oltre mezzo milione gli studenti sono coinvolti nelle prove finali dell’esame di maturità 2024: si tratta di una verifica importante, tanto che per gli esperti le tre prove finali corrispondono all’ultomo “ponte” tra adolescenza e vita adulta.
Tutti noi abbiamo affrontato questo “esame della vita”. Diversi personaggi pubblici, del mondo dello showbitz e della politica, hanno ricordato le loro esperienze personali. Ma quanto ha influito il voto di diploma sulle carriere che hanno poi realizzato? Flavio Briatore ha raccontato di essersi diplomato all’istituto per geometri da privatista, solo perché era il più facile; Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno avuto 48/60; tra gli artisti che non hanno conseguito il diploma, preferendo continuare la carriera artistica ci sono Emis Killa, Fedez, Kim Rossi Stuart, Blanco, Sangiovanni e Damiano David, frontman dei Maneskin.
Ai lettori della Tecnica della Scuola chiediamo se il voto finale influisce in modo diretto sulla carriera universitaria o professionale. In alcuni pubblici concorsi o accesso a determinate carriere, ad esempio, l’accesso è consentito solo a chi ha conseguito almeno un punteggio. Ma nella maggior parte dei casi, soprattutto in ambito privato, i datori di lavoro non gli danno quasi peso. La domanda da porsi, quindi, è la seguente: quanto pesa il voto della maturità sul futuro dello studente? Alcuni studiosi ritengono anche che abbia fatto il suo tempo e sarebbe ormai il caso di sostituire le votazione, oggi su scala in centesimi, con un giudizio sintetico. Ogni lettore ha adesso la possibilità di dire la sua.
Nel sondaggio troverai le seguenti domande:
Qual è il tuo ruolo?
In quale luogo ti trovi attualmente?
Pensi che il voto della maturità influisca in modo diretto sulla carriera professionale o universitaria?
Sarebbe meglio sostituire il voto con un giudizio finale?
Un recente studio dell’American Psychological Association (APA) ha rilevato che l’81% degli adolescenti della Generazione Z ha sperimentato uno stress più intenso durante la pandemia di Covid-19. Questo stress è particolarmente accentuato tra gli studenti che perseguono il programma di diploma internazionale o doppi diplomi, sempre più diffusi anche in Italia. I risultati mostrano che il 50,2% degli studenti si sente stressato quotidianamente durante l’anno scolastico, con l’85,8% che individua il carico di lavoro come principale fonte di affaticamento, insonnia e stress. Altri fattori includono la preoccupazione per i voti (82,8%) e le difficoltà nel bilanciare responsabilità accademiche e personali (64,4%).
La psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana, Adelia Lucattini, a tal riguardo ha commentato: “In questo contesto, il ruolo dei genitori è cruciale. È importante che cerchino di contenere le proprie ansie e preoccupazioni per i figli e li sostengano nell’affrontare al meglio questo periodo. Gli effetti dello stress protratto, come le difficoltà di attenzione e concentrazione, i cambiamenti nel ritmo sonno-veglia e i disordini alimentari, sono comuni tra i maturandi, ma con il giusto supporto emotivo, se necessario, con un intervento ad hoc di uno specialista o psicoanalista, mirato sulla maturità e sulle scelte immediatamente successive, queste difficoltà si possono superare efficacemente”.
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